Al Direttore.
“Gli Usa attaccano l’Iran: cosa succede ora?” è il titolo dell’incontro promosso dall’Ispi il 23 giugno a cui partecipavano Alessandro Colombo, professore di Relazioni internazionali all’Università di Milano, Paolo Magri, presidente del comitato scientifico dell’Ispi e, in remoto, Lucia Annunziata, membro della commissione Esteri delParlamento europeo. Moderava Simone Sabattini del Corriere della Sera. Finite le relazioni, chiesi di parlare, per osservare: prima di tutto che “attaccare” non mi sembrava il verbo adatto a descrivere il lancio di 4 bombe, troppo pesanti perché potessero essere trasportate dagli aerei di cui dispone Israele. E poi per manifestare il mio stupore che in tutto il convegno, da nessun relatore fosse stata detta una solo parola che contenesse le radici “atomica” “nucleare”e analoghe. Non già per addebitare all’Iran l’intenzione di costruire la Bomba, men che meno di minacciare di usarla,ma almeno per contestualizzare il presunto “attacco”, e avere qualche speranza di prevedere “cosa succede ora”. Una cosa la seppi praticamente in tempo reale: avendo io accennato all’orologio che a Teheran scandisce il tempo entro cuideve esser distrutta “l’entità sionista”, un relatore mi disse che l’orologio era stato distrutto.
✍️ pubblicato il 3 Luglio 2025
Ascolta l’articolo: