Dai pellegrinaggi al Club Med

di Franco Debenedetti


da Peccati Capitali

Ha poco più di mezzo secolo il business del “turismo individuale di massa”. Fu Vladimir Ritz, un russo bianco ebreo scappato dai bolscevichi nel ’28 e dai nazisti nel ’39, e scomparso in agosto, a intuire che poteva esserci un mercato a offrire, a prezzi affrontabili da una classe di non ricchi, una vacanza che mettesse insieme il sole, la spiaggia e uno stile di vita più libero e disinibito: nel 1959, su aerei dismessi dall’Air Force, portò il primo gruppo di inglesi da Gatwick a Calvi, e li ospitò in tende per due settimane, con 1200 € di oggi. Un anno dopo nasceva il Club Mediterrané, e a seguire imitazioni e varianti.

Il primo turismo di massa sono i pellegrinaggi che, intorno al 1100, da pene comminate dai tribunali, diventano atto devozionale. A capire le potenzialità del mercato sono i veneziani, che puntano sulla customer satisfaction. Navi con migliore reputazione della concorrenza siciliana o catalana, equipaggi che giurano di non rubare più di 5 scellini per passeggero, il “tutto compreso” –gabelle locali e scorte armate – garantito dai tribunali veneziani. A metà del ‘400 leader di mercato é Agostino Contarini, un vero imprenditore, con agenti di vendita fin nelle Fiandre, che organizza viaggi in Terrasanta per 60 ducati al giorno (un maestro muratore ne guadagnava 5 al mese).

Il business di Ritz decollò perché riuscì ad aggirare i divieti e le esclusive che i governi avevano posto a tutela delle compagnie di bandiera. Quello di Contarini crollò quando l’escalation di esosi arbitri dei governatori arabi in Palestina rese impossibile garantire i contratti.

La solita storia.

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