La rimozione di Mancuso dal ruolo di Guardasigilli, e gli strascichi di conflitti tra istituzioni dello Stato che ne sono seguiti, sono in fondo i risultati meno importanti della mozione personale di sfiducia presentata dalla maggioranza e approvata dal Senato il 17 ottobre scorso. Assai più rilevante è la catena di eventi che la mozione ha determinato.
La conseguenza più diretta è che ora sappiamo che al più tardi alla fine dell’anno Dini si presenterà dimissionario. Non che con questo la data del voto sia più prevedibile, ma almeno nell’interminabile gioco voto-non voto si inserirà, a fine anno, un fatto nuovo.
È inoltre diventato chiaro che una delle ragioni di questo stallo sta nella confusione che esiste in entrambi gli schieramenti: confusione che sembra essere ancora aumentata. Nello schieramento di centro destra aumentano le posizioni distinte, ad esempio sulla finanziaria; c’è chi conta su un indebolimento di Forza Italia e di Berlusconi. Ma anche nel centro sinistra si sono aperti una serie di problemi. Il più evidente è il prezzo per il voltafaccia operato da Rifondazione, che all’ultimo momento è risultata determinante per la sopravvivenza del governo. Problema che ,si presta a essere sfruttato dalla destra. I problemi più gravi non riguardano la vita residua di questo governo, ma la prospettiva delle prossime elezioni, l’alleanza che si cerca di formare. A questo proposito si continua a registrare mancanza di chiarezza. Mancanza di chiarezza nei modi in cui il centro sinistra cerca di costruire il proprio schieramento: dove (‘obbiettivo principale dovrebbe essere quello dell’omogeneità. La stessa esperienza del voto di fiducia a Dini dimostra quanto sia debole uno schieramento unito solo da un’alleanza elettorale. È necessario invece che le forze che indicano un futuro premier, che al 1110111ento resta Prodi, trovino il proprio cemento in un programma di governo intimamente condiviso. L’obbiettivo non deve essere quello di assicurarsi comunque una maggioranza assoluta dei consensi elettorali, ma di aggregare una-Maggioranza relativa che si riconosce in un programma.
Mancanza di chiarezza riguardo ai possibili cambiamenti della legge elettorale. È vero che l’attuale legge elettorale lascia aperti molti interrogativi sulla stabilità del futuro parlamento, che non consente di per sé la formazione di un governo stabile di legislatura. Ma nel presente stato di confusione mancano le condizioni per affrontare organicamente questo tema. È essenziale che nello schieramento di centro sinistra ci si impegni almeno a non fare nessun passo indietro rispetto al maggioritario uninominale. È una conquista che va comunque difesa dai pericoli di un pasticciato ritorno a un sistema proporzionale, sia pure mascherato in analogia alla legge elettorale regionale (alla quale ho votato contro). Mancanza di chiarezza che si manifesta infine nella tentazione di cercare di volta in volta un nuovo salvatore della patria. Quest’estate Dini, oggi Di Pietro. Gli innamoramenti subitanei dimostrano insicurezza. Si tratta, come si vede, di problemi assai diversi da quelli di un anno e mezzo fa, quando ebbi la fiducia della maggioranza degli elettori del mio collegio. In questo periodo mi sono occupato di levare una voce in favore della creazione di mercato e concorrenza in un paese che alla loro mancanza deve molti dei suoi mali. Ma oggi prioritario per lo schieramento di centro sinistra è dimostrare chiarezza: per incominciare, su alleanze, legge elettorale, leader.
Cercherò di adoperarmi per portare chiarezza: e spero di avere, come un anno e mezzo fa, la vostra fiducia.
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novembre 30, 1995