France Telecom si unirà pare — a Deutsche Telekom nella joint venture con Enel: si realizzerà dunque quel blocco tra monopolisti europei che Rifondazione aveva richiesto per Telecom al posto della partnership con gli americani di AT&T. Diventa così ancor meno credibile l’impegno di Enel di uscire a breve dal settore dei telefoni. C’è di più: l’analisi delle ragioni addotte per giustificare il progetto mette in luce una visione a ben vedere inconciliabile con i principi del liberismo e dell’economia di mercato.
Due sono le ragioni addotte dai vertici dell’Enel per giustificare la loro iniziativa. Primo: essa consegue alle indicazioni dell’azionista Tesoro di valorizzare gli asset aziendali; e la scelta di allearsi con i monopoli europei è obbligata. in Italia non essendovi capitali sufficienti, e comunque capitalisti disposto a investirli. Secondo: solo l’iniziativa Enel crea concorrenza a Telecom nella telefonia fissa, e fa sì che nella gara per il radiomobile ci sia almeno un altro concorrente, oltre ad Albacom.
Incominciamo dalla prima ragione. L’Enel. che ha sviluppato un esteso servizio telefonico per proprie esigenze interne, scorpora questo ramo d’azienda, e lo conferisce in una nuova società: avrà quindi definito il valore degli asset e il personale che intende apportare, nonché le condizioni dei futuri rapporti di fornitura prezzo, qualità, esclusiva. Avrà anche valutato l’ammontare degli investimenti necessari per ampliare la rete e per modificare la cultura del personale, cioè quanto occorre per trasformare un reparto, fatto a misura delle necessità interne, in una grande azienda di servizi. Chi metterà i capitali per questi investimenti? I soli partner tedesco e francese? Non sappiamo nulla: né valutazione degli asset, né piano di investimenti, né impegni dei partner. A sostegno delle affermazioni di Tatò. che così si valorizza la rete meglio che vendendola, e che nessun altro era disposto a pagare un prezzo così elevato, abbiamo la sua parola. Dobbiamo attendere i dati che egli avrà fornito al Tesoro o la sua iniziativa è compresa nella delega ricevuta? Stante la natura incerta del compito del Tesoro nelle aziende a privatizzazione non più definita. l’interrogativo è più che mai legittimo.
Se la prima ragione — l’azionista fa un buon affare — è al momento indimostrata, la seconda e cioè che senza questa iniziativa non ci sarebbe concorrenza — è indimostrabile. È la classica petizione di principio. È stata la presenza del monopolista pubblico a produrre l’assenza di concorrenti nella telefonia: non la si corregge con l’iniziativa di un altro monopolista pubblico. Un operatore pubblico distorce e frena la concorrenza in quanto pubblico. È la natura pubblica di Enel — e di France Telecom — a impedire di valutare positivamente la loro iniziativa_ E poi: se in tutto il mondo le gare per la telefonia mobile fanno il pieno di offerte private, perché mai l’Italia non dovrebbe interessare gli investitori?
Ma c’è un obiezione assai più di fondo che si deve opporre a entrambe le ragioni con cui l’Enel giustifica il suo progetto. Perché esiste un bene che è sovraordinato all’interesse del Tesoro di far cassa. e fin a quello dei consumatori di godere dei benefici di una più vivace concorrenza: è la libertà economica. La libertà di svolgere attività economiche e di liberamente entrare in rapporti contrattuali con altri. non è né meno importante né meno degna delle fondamentali libertà civili e politiche. La garantisce, pur con tutti i suoi limiti storici, anche la nostra Costituzione. Quand’anche’ l’iniziativa Enel desse benefici maggiori o non altrimenti conseguibili — cosa, come si è visto, tutta da dimostrare — si tratterebbe di vantaggi illusori anche sul piano economico, perché pagati a scapito di un bene collettivo. il mercato e la libertà economica. Questa libertà appartiene ai cittadini, non alle imprese di Stato. Con questa iniziativa, tra l’altro fuori dal suo compito istituzionale, l’ente nazionale per l’energia elettrica espropria i cittadini di uno spazio che a loro, e solo a loro appartiene per esplicare una loro fondamentale libertà: e lo fa con i ricavi del monopolio.
La coincidenza con la vendita di Telecom. che restituisce ai cittadini uno spazio così a lungo sottratto alla loro libertà di iniziativa, dà al progetto dell’Enel un carattere paradossale. La prevista associazione diventa un altro sintomo di quel «morbo gallico» che prima attacca il sistema delle imprese private con le 35 ore, poi stringe il mondo delle impreSe pubbliche in una santa alleanza statali-sta: tra Eni ed Elf, tra Alitalia e Air France. tra Enel e France Telecom_ Contrastare questa santa alleanza è un buon programma per chi crede nei princìpi del mercato, un programma non meno arrischiato di quanto non fosse quello dei carbonari contro Metternich. In
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ottobre 29, 1997