Una polemica aspra e garbata di Franco Debenedetti

agosto 10, 1999


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Al Direttore

Le società pubbliche che operano in settori concorrenziali sottraggono spazio alla libertà di iniziativa economica dei cittadini; la loro funzione-obbiettivo non può es­sere l’efficienza economica, altrimenti non si giustificherebbe la proprietà pubblica; per far diventare privata una società pubblica ci vuo­le una legge, per metter mano a una gestione cattiva, basta cambiare il management: e la se­lezione del management in imprese non sog­gette alla verifica del mercato è il problema irrisolto delle aziende pubbliche fin dall’epoca di Nitti. Per i lettori del Foglio, cose ovvie.

Per lo­ro, ovviamente, non è vero che “le società si di­stinguono tra ben gestite e mal gestite, prima ancora che tra pubbliche e private” (Enrico Ci­snetto. “Confindustria senza idee chiare, all’as­salto dell’Enel”, il Foglio del 6 agosto). E quin­di: 1. Se il Presidente di Confindustria diventa Presidente di una grande azienda pubblica, non “managerializza una municipalizzata”, bensì contraddice la politica per le privatizza­zioni sempre sostenuta da Confindustria; con­ferisce una patina di privato alla peggior specie di azienda pubblica, quella a capitale misto pubblico-privato.
2.Il collocamento su mercato de110-15% del capitale Enel non è una privatizzazione, al con­trario la presenza di azionisti terzi renderà più difficile lo smantellamento della posizione di monopolio dell’Enel; la tesi che il prezzo di ces­sione delle centrali che l’Enel deve dismettere sia diverso a seconda che il Tesoro possieda il 100% o il 90% è palesemente assurda: la versione dell’Enel, che vendendo un po’ per volta in Borsa si incassa di più, ha, di certo, solo il pro­lungamento del potere di monopolio.
3. I proventi della vendita delle centrali de­vono andare interamente a riduzione del debi­to pubblico: perché così impone la legge; perché abbiamo il più alto debito pubblico dell’Unione; perché è contrario all’interesse del paese che l’a­rea delle imprese pubbliche si espanda. Tre pal­le, un soldo. Spiace doverlo dire all’amico Ci­snetto: stavolta sono tre palle nere.

Cordialmente.

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