Un prezzo per la Rai

dicembre 24, 2001


Pubblicato In: Giornali, La Stampa


Il governo fissi i termini

«Due reti tv della Rai si possono vendere, ma non svendere», ha dichiarato il presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno.
Io avanzo una proposta al centro-sinistra: isolare questa affermazione dagli altri temi su cui si è accesa la discussione, e prenderla sul serio. Quindi impegnarsi a non usarla a fini di polemica e applicarsi invece in modo costruttivo perché diventi un progetto preciso.

Naturalmente il governo dovrebbe precisare lui i limiti di prezzo e di tempo. Cioè quale prezzo vuole spuntare perché non sia «svendita» (troppe volte questo argomento è stato usato come l´albero di Bertoldo). E quale termine si assegna: fine 2003 sarebbe una scadenza accettabile (ovviamente non lo sarebbe invece fine della legislatura) e praticabile (anche a fronte di analoghe operazioni).

A questo punto potrebbe darsi una specie di patto. Esiste un «partito Rai» che si oppone a ogni ipotesi di privatizzazione, un partito che ha solidi appoggi in entrambi i lati dello schieramento politico: il centro-sinistra dovrebbe assicurare l’accordo di massima per la propria parte. Dirà il governo se intende vendere solo il controllo o l´intera partecipazione, e se pone vincoli alla nazionalità dell´acquirente: il centro-sinistra dovrebbe dichiarare di non porne alcuno. Dovrebbe dire di sentirsi garantito dalla normativa antitrust vigente.
E non dovrebbe neppure esigere come contropartita la vendita di una rete Mediaset: a differenza di altre proposte, questa è una partita che si svolge tutta sul solo tavolo Rai, dei comportamenti del governo e del suo capo giudicheranno gli elettori.
E’ ovvio che l´obbiettivo di vendere entro il 2003 dovrà essere specificamente assegnato al nuovo consiglio di amministrazione Rai, e che esso dovrà essere scelto in funzione di questo traguardo. Questa operazione avrebbe come conseguenza di definire in termini non esasperati la contrapposizione tra le parti politiche: ma sono convinto che vendere due reti Rai sia nell´interesse del governo tanto quanto dell’opposizione, e che quindi l’operazione abbia in sé le proprie motivazioni. Il problema Rai va risolto isolandolo dal problema del conflitto di interessi: chi vuole aspettare la sua soluzione per intervenire sulla Rai, in realtà non vuole intervenire sulla Rai.
Non la penseranno così le vestali che si stracceranno le tuniche gridando all’inciucio; e neppure i bounty killer dei bipartisan che insinueranno l´esistenza di chissà quale segreto accordo sottobanco, magari in tema di riforma della giustizia. Contraddirli nei fatti è una ragione in più a favore dell´operazione.

Per il centro-sinistra è l’unico modo per avere parte nella soluzione del problema Rai, per impedire che la maggioranza si serva della Rai per cinque anni.

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