intervista di Paolo Trombin
Come si sente un capitalista a chiedere voti agli operai?
«A 25 anni ho cominciato a lavorare nell’azienda di mio padre. I dipendenti erano in tutto 85 con pochissimi impiegati: lavoro con gli operai da sempre. E gli operai torinesi mi conosco bene».
Inizia così l’intervista con Franco Debenedetti, 61 anni, sposato e due figli, candidato per i Progressisti al primo collegio senatoriale di Torino. Fratello di Carlo De Benedetti, patron della Olivetti, ha lasciato gli incarichi nel gruppo di Ivrea e nella sua biografia per i manifestini elettorali scrive: «Ho avuto il privilegio di avere posizioni di grande responsabilità e di poterle svolgere in piena autonomia: ho progettato una quindicina di fabbriche, ho avuto rapporti con aziende grandi e piccole dal Brasile al Giappone, dagli Usa alla Russia. Parlo e scrivo correntemente inglese, francese e tedesco».
Ingegnere, ma tutte queste cose le serviranno nella battaglia elettorale? I suoi rivali sono il popolare chansonnier Gipo Farassino (Lega-Forza Italia) e l’ex sindaco liberale Valerio Zanone.
Farassino e Berlusconi: lo chansonnier ha trovato il suo impresario. Battute a parte il problema qui a Torino è l’occupazione. Il mio slogan è che bisogna coltivare, arricchendoli, i lavori vecchi che esprimono le nostre radici, la nostra cultura e che soprattutto ci danno da vivere: e da questi partire per creare nuovi lavori. E, avendo formato la maggiore azienda italiana di servizi informatici, in questo campo ho una certa esperienza. Tutti hanno la loro umanità ma non penso che i torinesi vorranno affidarsi a Gipo Farassino per andare incontro all’Europa del Duemila. Zanone lo conosco, siamo amici. Su molte cose andiamo d’accordo. Ma quando un’azienda è perdente e deve cambiare strategia cambia anche il manager.
L’economista Mario Monti sostiene che l’esito della vertenza Fiat è l’erogazione di fondi pubblici per lavori improduttivi. E di nuovi posti di lavoro non c’è traccia.
Il metodo scelto per superare il conflitto consente di alleviare il dramma della disoccupazione per migliaia di famiglie. Altrimenti a Torino si apriva una gravissima crisi sociale che nessuno, tantomeno la Lega o Forza Italia, sarebbe stato in grado di governare. Ma Monti ha ragione, se ricorda che tagliare una torta in modo diverso non aumenta la dimensione della torta.
Monti accusa la sinistra di sottovalutare anche le cose dette dal leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti a proposito della tassazione dei Bot. Lo avete sommerso di critiche per timore di perdere voti.
La proposta di Bertinotti è inutile perché i tassi li fissa il mercato e se noi tassiamo i Bot scoraggiamo quel flusso finanziario che purtroppo dobbiamo utilizzare per rifinanziare il debito. Nella migliore delle ipotesi tutto si risolve in una partita di giro: è una proposta inutile anche da un punto di vista pratico. Bertinotti può dire quello che vuole. Il programma dell’alleanza di sinistra non prevede misure di questo genere. La sua proposta è irrealizzabile e non è la strada giusta per risolvere il problema dell’efficiente allocazione delle risorse finanziarie che vanno trasferite dai titoli di stato agli investimenti produttivi. Questo punto, insieme all’occupazione e al risanamento dei conti pubblici, è la priorità indicata nel programma dei Progressisti, programma che si muove nella linea tracciata dal governo Ciampi.
Berlusconi vuole detassare gli utili reinvestiti. Che cosa risponde?
Su questo possiamo essere tutti d’accordo. Bisogna però preoccuparsi di fare rientrare il tutto in un quadro di compatibilità. In giro c’è qualche candidato che vende fumo. Le promozioni pubblicitarie, devono per legge precisare limiti e validità dell’offerta ma questo dettaglio viene dimenticato dal Cavalier Berlusconi quando racconta agli italiani che è pronto a creare un milione di posti di lavoro. Quale metodo intende scegliere? Quello dirigista e inflazionista dei lavori pubblici? Il metodo di scuola opposta di stimolo fiscale? Oppure abbassando i salari? E a quale livello? Insomma deve dirci quali strade intende scegliere. La pubblicità ingannevole è vietata an che nel consumo. Figuriamoci quando si parla di disoccupazione. È irresponsabile ingannare proprio chi soffre di questo dramma con la demagogia dei miraggi, con la sensazionalità delle offerte speciali. Farlo poi per salvaguardare i propri interessi è insultante. Forza Italia propone la riduzione delle entrate e l’aumento delle spese. È la ricetta del presidente Reagan, peraltro fatta in un contesto assolutamente diverso: ricordiamoci tuttavia che Reagan che ha lasciato gli Usa con il più alto deficit della sua storia. Noi questa politica l’abbiamo già percorsa negli anni ’80 con il ministro Pomicino.
Si spieghi meglio.
È come se un’azienda decidesse di fare una fuga in avanti per superare le difficoltà: aumenta le spese e scommette sull’aumento delle vendite sperando che tutto regga. Ma cosi ci mettiamo su una strada pericolosa. Berlusconi promette tutto a tutti pensando che un miracolo possa risolvere i problemi. Noi dobbiamo fare i conti con il deficit e il debito pubblico: ci sentiamo in debito verso le generazioni future, i nostri figli. Su questi temi il polo Progressista ha assunto una posizione impopolare: spero che alla fine venga premiata.
Qual è II punto di forza dello schieramento progressista?
Sta nella dura realtà delle cose. Fiat, Olivetti e i grandi gruppi, dopo aver preso le bastonate dai giapponesi, spendono miliardi per insegnare ai loro dipendenti che qualità dei prodotti, riduzione degli scarti, velocità di consegna, cioè i fattori essenziali di successo, si ottengono solo con l’attivo coinvolgimento di tutti. Ci vorrà un profondo cambiamento nella pubblica amministrazione: di lì passa la riduzione della spesa pubblica. Ma questo obiettivo si raggiunge solo con la collaborazione di tutti e i Progressisti sono i più titolati a realizzare questa operazione. La Destra va in direzione opposta.
Verso dove?
Il loro programma è irrealizzabile: sono promesse che valgono per pochi, e che faranno stare peggio la maggioranza degli italiani.
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marzo 1, 1994