"Tremonti è stato bravo. Credo che la sinistra finirà col rimpiangerlo"

luglio 4, 2004


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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Intervista di Federico De Rosa

Il Senatore Franco Debenedetti, pur sedendo nelle file del centrosinistra, ammette che Giulio Tremonti ha fatto un buon lavoro e «il centrosinistra dovrebbe riconoscerglielo».

Non le sembra un riconoscimento un po’ tardivo? Le dimissioni ormai sono un fatto.
«Sono la dimostrazione che la crisi del berlusconismo è ancor più profonda e rapida di quella che avevamo individuato. Siamo di fronte a un riassetto radicale del centrodestra, su posizioni più tradizionali, che magari cercherà anche di raccogliere la nuova spinta concertativa dell’establishment industriale e finanziario».

La richiesta di crisi di governo è la risposta giusta?
«Questa è una crisi gravissima, il Paese chiede una guida affidabile. E’ una straordinaria occasione per la sinistra di governo».

Qual è il bilancio della gestione Tremonti?
«Rimproveriamo a Tremonti i condoni, e le previsioni sempre riviste al ribasso. Ma va riconosciuto che è riuscito a non schiacciare l’economia col pessimismo e nuove tasse. Non accettiamo il suo colbertismo, ma alcune sue invenzioni sull’uso del patrimonio pubblico sono da conservare. L’accusiamo di euroscetticismo: ma ha gestito con abilità il rapporto con i partner europei sul Patto di stabilità. Tanti, anche a sinistra, gli chiedevano di battersi per la riforma del Patto, ma lui aveva capito che Francia e Germania, se l’avessero toccato, l’avrebbero fatto a favore di chi ha più deficit e meno debito, cioè a nostro danno».

E poi ci sarebbe stata la riforma fiscale.
«La sinistra insiste: tagli alle tasse vanno finanziati con tagli alle spese. Certo che c’è il vincolo di bilancio: ma solo il taglio energico delle aliquote può modificare, in modo decisivo, l’atteggiamento dei cittadini nell’uso dei propri redditi. Il controllo della spesa pubblica, invece, incide sull’efficienza con cui lo Stato gestisce la macchina amministrativa».

C’è dunque un’eredità da salvare?
«Gli obiettivi di alcune battaglie di Tremonti sono anche nostri, sebbene abbiamo riserve sui metodi: il potere delle Fondazioni bancarie sugli assetti proprietari di banche e assicurazioni; la somma dei poteri di Bankitalia. Ma, soprattutto, gli si deve riconoscere il rigore sull’uso del danaro pubblico. Bisogna essere sordi per non sentire il vento che soffia, aria di ministero delle Partecipazioni Statali o del Mezzogiorno, di politica di assistenza, clientelare, di discrezionalità. Si sa come finisce: nella corruzione, prima pubblica e poi privata. A questo Tremonti ha detto no».

Insomma, la sinistra deve salvare il «soldato Giulio»?
«Almeno questo il centrosinistra deve riconoscerglielo. Anzi, è probabile che nella versione ultima di un governo eletto perché si diceva liberista , la sinistra finirà per rimpiangerlo».

Intervista di Federico De Rosa

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