Tre ragioni per stare dalla parte di Romano Prodi

aprile 1, 1995


Pubblicato In: Varie


Politiche
La visione degli obbiettivi da rag­giungere si unisce in Prodi alla coscienza degli ostacoli da superare. Cattolico senza integralismi, laico senza radicalismi: una visione complessiva di società ed economia, la convinzione che i grandi mutamenti non si realizzano allettando con le promesse o alzando il tono delle minac­ce, ma sono duraturi solo se realizzati con l’arma della convinzione.
Prodi è il traghettatore che assicura il massimo del cam­biamento possibile.

Professionali
Prodi è un uomo colto e concreto insie­me, è il professore che gira per gli stabilimenti appassionandosi alle innovazio­ni produttive.
Prodi conosce come pochi altri le caratteristiche profonde dell’economia ita­liana: un’economia caratte­rizzata da un lato da una presenza pubblica anomala – per le sue dimensioni, per gli intrecci con la politica in cui è degenerata; dall’altro da un tessuto imprenditoriale diffuso che tutti ci invidia­no. La prima conosce da protagonista: durante la sua guida, all’IRI ha introdotto criteri di professionalità,. sulle privatizzazioni ha toc­cato sulla sua pelle la forza dei poteri politici, che, in condizioni assai più difficili delle attuali, ha cercato di contrastare. Da studioso, Prodi è un grande sostenitore dell’imprenditorialità che un po’ superficialmente si identifica con il Nord-Ovest: delle sue radici famigliari conosce forza e limiti, della sua concretezza conosce lungimiranza e opportuni­smo.

Personali
La moderazione in Prodi si accompagna ad una grande deter­minazione: non inganni la sua bonomia romagnola. Quando dice che vede tanta tristezza in Italia, si sentono sia il richiamo severo alla solidarietà cattolica, sia l’in­citamento ottimista all’entu­siasmo petroniano.
La lunga abitudine al potere industriale non ha deposita­to arroganza nel suo stile di ragionamento; la lunga con­suetudine con il potere parti­tico non ha modificato il suo stile di vita.

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