Lettera a Romano Prodi
Caro Romano,
quando ti chiesi qualche giorno fa, quale idea costituisse il nucleo generatore del tuo programma, la ragione del ‘perché Prodi e non Berlusconi”, tu rispondesti di botto: perché io quel programma lo so realizzare e loro no. Lo dicevo anch’io nella mia campagna elettorale: le aspirazioni ed i valori di gran parte dell’elettorato di Forza Italia e Lega, uno stato più efficiente che, issi le regole e dia ai cittadini reali possibilità di scelta sono le nostre aspirazioni ed i nostri valori.
Questi valori vengono traditi se si imbocca la scorciatoia del populismo, queste aspirazioni sono irrealizzabili se si governa nel segno della divisione.
Essere credibili
In politica quello che conta non è quello che si ritiene essere vero, ma ciò che è credibile. Non basta essere consapevoli dei problemi per convincere, dirlo, peggio ancora urlarlo, per essere creduti. Non è bastato nell’ultima consultazione politica, non basterà questa volta. Non lo sarà ovviamente a destra: lasciamo perdere quelli che in campagna elettorale mi predicevano che sarei stato condizionato da Rifondazione (quanto mi farebbe piacere reincontrarli). È un elettorato che ha le antenne sensibili, che coglie al volo la differenza tra moderazione e compromesso, tra gradualità ed esitazioni: vorrà vedere comportamenti, non affermazioni. Non lo sarà neppure a sinistra: dove si devono rivedere giudizi a volte superficiali, rinunciare alla denuncia per convincersi e al sarcasmo per consolarsi. Dove si deve ricordare che equità e solidarietà non sono un’esclusiva di nessuno, e che solo l’efficienza e lo sviluppo generano le risorse.
Saper parlare
Una campagna non per piacere ma per ascoltare, per interpretare, per convincere: e per prepararsi a governare. Bellissima l’idea del pullman che parta dal Sud (se non altro hai obbligato anche il Cavaliere a scendere dall’elicottero). Una campagna per parlare: tutti ricordano la promessa del milione di posti di lavoro fatta da Berlusconi; chi ricorda qualcosa dei nostri messaggi di allora? Dovrai saper trovare messaggi semplici, che parlino al cuore e alla fantasia degli elettori. Dovrai dimostrare che si può farlo dicendo verità e non raccontando menzogne.
Passaggio a nord-ovest
Se mi permetti un consiglio, porta il tuo quartier generale nel cuore della battaglia, a Milano. Perché sarà bellissimo il Nord-Est, ma H sai già di avere il consenso. Ma è nel Nord-Ovest il maggior numero dei seggi in palio, qui c’è il cuore dell’ascesa di Forza Italia, la crisi dell’elettorato democristiano, la Lega in difficoltà, qui ci sono gli elettori che non vogliono la redistribuzione del reddito, ma guardano allo sviluppo. È qui che si decide la battaglia.
Un augurio affettuoso. Franco
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aprile 1, 1995