Le agenzie di stampa riprendono così la lettera di Franco Debenedetti a Barbara Palombelli sullo sciopero della sete dei radicali
Franco Debenedetti, candidato per l’Ulivo a Senato a Torino, ha inviato a Barbara Palombelli una lettera in cui, facendo appello alla sensibilità tante volte dimostrata ai temi concreti della dignità della vita, le chiede di usare il suo riconosciuto status di giornalista di successo, al fine di trovare una chiave atta a garantire visibilità e concreti risultati a una battaglia che, in queste settimane di concitata vigilia elettorale, merita tutta l’attenzione dei media per indurre chi può e chi deve a impegni concreti.”
Mi riferisco, scrive Debenedetti, alla battaglia in cui sono impegnati Emma Bonino, Luca Coscioni e i radicali in sostegno della libertà della scienza perché, innanzitutto, trovino la più immediata risposta i problemi che affliggono migliaia di malati di patologie particolarmente gravi che, nella contrapposizione ideologica, rischiano di vedere rinviata la loro migliore risposta terapeutica. Non ti sembri improprio fare appello a te, né mancanza di rispetto chiederti un impegno da cittadina che molto può fare, oltre a quello innanzitutto da autorevole giornalista. Sono però convinto – prosegue Debenedetti – che solo attraverso gesti di buona volontà capaci di trascendere ruoli e abbattere ipocrisie, le coalizioni politiche, e innanzitutto il centrosinistra per cui io mi batto, possano garantire impegni concreti in risposta alle esigenze di chi soffre, dimenticando, per una volta, ortodossie politiche e istituzionali che fino a oggi sembrano impedire di considerare le proteste dei radicali niente più che l’ennesima riproposizione di un appello inaccoglibile.”
Nell’informare Emma Bonino della sua iniziativa, Debenedetti ribadisce pubblicamente il pieno sostegno alla battaglia in cui sono impegnati i radicali.
“Non solo tenterò di impegnarmi perché l’Ulivo, per il quale combatto la mia battaglia elettorale, assuma un impegno concreto sulle vostre richieste. Sono altresì convinto della necessità di una mobilitazione innanzitutto nel mondo dei media da voi criticato.”
maggio 3, 2001