Telecom, doppia ambiguità

aprile 1, 2007


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore

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La nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione di Telecom è al centro di una partita la cui posta è il valore di quel 18% di Telecom nel portafoglio di Olimpia. Infatti la giurisprudenza considera il potere di nominare gli amministratori come prova del controllo. L’entità della posta in gioco è data dalla forchetta tra il prezzo richiesto da Pirelli– in teoria 3 € per azione, in pratica qualcosa intorno a 2,7 – e il prezzo di Borsa. ( venerdì ha chiuso a….).

Ma la strada di Olimpia è stretta tra due esigenze: dare una prova di forza per aumentare il valore del premio per il controllo, evitare una mossa avventata che diminuirebbe il valore di ciò che si controlla.

Il mercato attende un segno di discontinuità. Il fatto è che le discontinuità sono due, e intrecciate tra loro: negli assetti proprietari, e nella conduzione operativa. Chiamare alla presidenza Guido Rossi è stata una discontinuità nei rapporti istituzionali, con la politica, con le Autorità di controllo ( e forse non solo). Ma ad essa non ha fatto seguito una discontinuità operativa, è andata perduta l’occasione per inserire management nuovo, credibile nello sciogliere i tanti dilemmi: rete fissa, partecipazioni, tagli di costi. Il management attuale ha presentato un piano industriale che ha incontrato giudizi che è un eufemismo chiamare tiepidi: ma sembra impossibile che, alla vigilia della scadenza del 4 Aprile, Olimpia riesca a presentare un nuovo vertice operativo accreditato di indiscussa capacità gestionale e strategica. Qualità indispensabili, se vuole evitare il rischio che la mossa venga letta come una risposta a quello che a molti è apparso come un progressivo distanziarsi degli attuali amministratori dal precedente vertice aziendale. Rischio mortale, anche a prescindere da possibili ripercussioni sulle vicende di cui si sta occupando la magistratura.

Pare che Olimpia proporrà di confermare l’attuale consiglio per un solo anno, anziché per 3, limite massimo consentito dallo statuto. Una proposta ambigua: dimostra che Olimpia ha l’effettivo potere sul Consiglio, ma che lo usa solo in senso limitativo; che si lascia le porte aperte, ma si espone a venti e correnti. E’ il massimo di libertà consentita, o è il minimo di potere esercitabile? Vedremo che lettura ne darà il mercato, se come energica messa in mora del vertice; o come richiesta di un time out per risolvere i problemi lungo la catena proprietaria.

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Comunicato Stampa
di Franco Debenedetti – 02 aprile 2007

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