→ novembre 20, 1994

La legge Finanziaria è al centro dell’attività parlamentare e del dibattito politico di fine anno, dibattito che a volte viene anche sovraccaricato di significati oltre la portata della legge stessa: che ha i limiti di un bilancio di previsione, e che di solito esce dalla discussione in aula assai diversa da come vi era entrata.
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→ novembre 10, 1994

Le polemiche sono sacrosante: da quelle contingenti, sulla tempestività e l’adeguatezza degli interventi di soccorso, sull’informazione durante e dopo il disastro, su chi deve finanziare la ricostruzione; a quelle globali, sull’inefficienza della macchina amministrativa, su un modello di sviluppo che ha considerato semre la natura come un’ esternalita’ immediatamente appropriabile.
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→ novembre 1, 1994

Col maggioritario il voto è diventato mobile; ridottosi il potere delle segreterie dei partiti, è diminuito il valore dell’appartenenza; diventa determinante la figura del leader, che riverbera su tutta la formazione politica la luce della sua notorietà. Viviamo una situazione di transizione: accanto a Forza Italia, tutta identificata con il suo leader, convivono le forze ancora organizzate come partiti che ritengono di essere meno toccate dal processo di mobilizzazione dell’elettorato. Per i popolari. la loro anomala collocazione, rinvia ad una probabile instabilità. Paradossalmente, è proprio l’area di sinistra-centro, da cui più forte è venuta la spinta al cambiamento verso il maggioritario, quella che meno ha saputo darsi un’organizzazione coerente con il nuovo sistema: né partito tradizionale, né movimento illuminato da un leader. E la strategia di tutta l’opposizione dipende dal problema di dare unità e peso a quest’area.
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→ novembre 1, 1994

«Perché Berlusconi non vende le sue televisioni?» si scriveva su queste colonne nel numero di maggio, analizzando le ragioni per cui al Berlusconi imprenditore sarebbe convenuto, sul piano economico, mettere in vendita le sue antenne. E si concludeva che Berlusconi non vende, non perché ciò sia in contrasto con i suoi interessi economici, ma nonostante che ciò probabilmente lo sarà.
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→ ottobre 1, 1994

Come saranno le ‘autostrade informatiche’?
Larghe e a doppia corsia. Per far passare rapidamente le informazioni necessarie a poter scegliere tra centinaia di film, effettuare videoconferenze o diagnosi mediche, per lavorare da casa avendo a disposizione tutti i documenti che servono, per sfogliare il catalogo di un grande magazzino, e magari ordinare un vestito su misura vedendo sul video ‘l’effetto che fa’, è necessario disporre di canali di comunicazioni larghi (più esattamente a banda larga); non bastano più i due fili di rame del normale telefono, e neanche il cavo coassiale che è largamente diffuso in altri paesi, ci vuole la fibra ottica. (Ci sarebbe anche il satellite, ma sembra meno… vicino).
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→ settembre 21, 1994

Rileggere James Buchanan, in questa estate torrida e inquieta, fa l’effetto di una fresca brezza di montagna. La cronaca riporta di un’attività politica il cui scopo precipuo pare essere quello di infiammare i conflitti; Buchanan offre la sua teoria della politica come processo attraverso cui risolvere i conflitti individuali. Rispetto a tanto disordinato vociare, i suoi scritti consentono di comporre un ideale controcanto: di cui ognuno può facilmente scoprire i riferimenti, fin dalla citazione iniziale. Come è noto, è l’individuo il centro del pensiero del premio Nobel 1986 per l’economia: «Le procedure democratiche non sono correlate alla ricerca di un fine della politica astratto ed esistente indipendentemente dagli individui che compongono la comunità».
Gli individui operano nella società prendendo decisioni, facendo scelte: mediante i meccanismi del mercato e del voto. Se gli individui sono razionali e informati, e se operano all’interno di regole, le loro scelte sono per definizione ottimali. Nel senso (tecnicamente si dice paretiano) che ogni scelta differente di qualcuno darebbe luogo a una situazione meno favorevole per qualcun altro.
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