→ aprile 14, 1996
L’ uninominale maggioritario sta morendo. Sono appena passati due anni, e due tornate di voto. Al sistema elettorale si chiedevano due risultati. Primo, garantire coalizioni coese: e ancora non ci siamo. Secondo, una migliore selezione del personale politico, un rapporto più responsabile e diretto con l’elettorato: e sotto questo profilo andiamo ancora peggio.
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→ febbraio 1, 1996
Il 21 dicembre scorso il sen. Debenedetti, con altri colleghi di diversi schieramenti, ha presentato l’interpellanza che qui riportiamo. Con essa ha voluto denunciare, e cercare di bloccare, il tentativo di pregiudicare i futuri assetti del settore dell’energia elettrica. Tale settore, infatti, al pari di altri servizi pubblici oggi gestiti in regime di monopolio da aziende pubbliche, vedrà la privatizzazione dell’Enel e una diversa organizzazione di tutto il settore anche per gli aspetti che riguardano gli utenti. Il Parlamento nel settembre 1995 ha approvato la legge con cui sono state istituite le Autorità chiamate nel prossimo futuro a sovraintendere a tutto ciò che concerne produzione, erogazione e gestione dei servizi pubblici. In numeri precedenti di SD ci siamo già occupati della questione riportando le posizioni espresse dai parlamentari del Gruppo.
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→ febbraio 1, 1996
Se il soccorso al Banco di Napoli fosse avvenuto con l’ingresso di un socio privato, avrebbe aumentato le risorse (finanziarie e manageriali) disponibili, e reso credibile il piano di indispensabile ristrutturazione aziendale; invece il rifinanziamento mediante emissione del prestito obbligazionario postula una difficile ristrutturazione per forze endogene, i cui tempi e modalità divengono difficilmente programmabili, mentre gli orizzonti temporali si allungano e diventano meno certi. Definire tale intervento di mercato è poi dubbio, per la presenza della Cassa Depositi e Prestiti e per la reale rispondenza di tale operazione agli interessi degli azionisti delle banche coinvolte. Così ha detto il professor Donato Masciandaro della Bocconi sul Sole del 10 dicembre: e non si saprebbe dir meglio.
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→ dicembre 1, 1995
Sta per ricomparire la ‘politica industriale’? Da alcuni, per ora deboli segnali, c’è da temerlo: lo ha evocato in un’intervista il ministro C16, e anche alcuni, commentatori e politici, che pure si professano in favore delle privatizzazioni, invocano i superiori interessi nazionali: non disperdere un patrimonio, le poche grandi aziende che ci sono, finiremo per dare tutto agli stranieri, i privati non sono poi granché meglio, ricordiamo Telettra, Finsiel farà la stessa fine, eccetera eccetera: tutto l’armamentario di vecchi argomenti rigurgita, quando si tratta di venire al dunque, di giudicare i concreti esiti delle dismissioni.
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→ novembre 30, 1995
Picchiato dal lavavetri al semaforo: non aveva mille lire in tasca.
Una storia come tante, due colonne in cronaca, presto dimenticata; neppure delle più gravi, e mi scuserà il sig. Calarco che a momenti aveva il setto nasale fratturato.
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→ novembre 30, 1995
Dopo Tangentopoli, affittopoli, invalidopoli, e poi concorsi universitari, e militari quanto basta per un paio di reggimenti. Aumenta il numero delle persone coinvolte, fino a comprendere conoscenti, amici: chi, in cuor suo, può dirsi completamente innocente? Chi può pensare di processare 10 mila invalidi o 5 mila militari? E allora c’è sempre qualche nobile spirito che invita alla flagellazione: non c’è nulla da fare, siamo un paese di ladri e di corrotti, geneticamente diversi dagli altri popoli, usi a sotterfugi e furberie. A parte il fatto che, se così fosse davvero, neppure la flagellazione ci riscatterebbe, né qualche tonante articolo ci farebbe cambiare abitudini, è poi vero che siamo diversi? Non si vogliono certo né negare né assolvere certi comportamenti: ma le autocondanne generiche servono a poco.
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