Domenica 5 Settembre ci sarà un incontro che ha questo titolo: Le alternative al dominio del mercato e al neoliberismo. Sarà presente anche la sociologia Saskia Sassen, dell’Università di Chicago, che è nostra ospite.
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Domenica 5 Settembre ci sarà un incontro che ha questo titolo: Le alternative al dominio del mercato e al neoliberismo. Sarà presente anche la sociologia Saskia Sassen, dell’Università di Chicago, che è nostra ospite.
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Perché il governo italiano ha votato la mozione che condanna Israele per la costruzione del muro? Non intendo riferirmi alle ragioni giuridiche e morali: parlo delle ragioni politiche che hanno indotto a una scelta che appare come un brusco cambiamento di rotta.
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L’occidente deve combattere il terrorismo
Quanti cartelli ieri a Roma e nei cortei pacifisti chiedevano a Chirac e a Schroeder di aiutare a “imboccare strade nuove che siano politicamente gestite dall’ONU”, come sintetizza Barbara Spinelli sulla Stampa di ieri? Eppure è da loro che in primo luogo dipende questa possibilità: Bush non vi si opporrebbe, i timori di Kofi Annan cadrebbero di fronte a un comando unificato che desse garanzie di efficienza. Un anno fa, la minaccia di veto di Jacques Chirac ha bloccato la strada multilaterale. E oggi?
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L’occasione della sinistra italiana
Contro il terrorismo, la prima cosa da tenere in mente é che sempre, nei ricatti, cedere una volta significa cedere sempre. Oltretutto, la menzogna per cui Aznar é stato punito non è di aver nascosto la matrice islamica della strage, ma di aver addossato la colpa all’ETA, sfruttandola ai fini di una campagna elettorale che era stata combattuta sulla contrapposizione tra i socialisti “federalisti” e i popolari “centralisti”. Sull’Irak, Zapatero aveva sfilato con Aznar.
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“Chiedi un voto di pace”: ho ricevuto centinaia di mail con questo identico appello. Come i miei colleghi; e come era già successo nel 2003.
“Chiedi un voto di pace”: ho ricevuto centinaia di mail con questo identico appello. Come i miei colleghi; e come era già successo nel 2003. Come allora, risponderò individualmente a tutti. Ma questa volta intendo anche rispondere pubblicamente, dalle colonne dell’Unità. Questo perché la situazione é radicalmente diversa da allora: in Irak e in Italia.
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Non demonizzare, ma neanche assecondare ciecamente la piazza
Che cosa vogliono quelli che, nell’Europa continentale, marciano per la pace? Oltre alla fine della guerra, che cosa vogliono veramente che succeda? A parte il riflesso pavloviano di alcuni che devono aver partecipato – magari con i calzoni corti – alle manifestazioni dei partigiani della pace, a parte l’anticapitalismo dei no global, la maggior parte dei manifestanti, se gli si pone la domanda, non desidera l’umiliazione dell’America.
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