→ luglio 19, 2001
Chi la invoca per Berlusconi sbaglia: bastaguardare all’Edf. Ma il ministro Lunardi?
“In cinque anni che siete stati al Governo, non potevate fare un legge che obbligasse Berlusconi a vendere?” Li ritrovassi quelli, e sono tanti, che in campagna elettorale mi rivolgevano questo rimprovero! Li porterei a riflettere un po’ sulla vicenda EDF e Montedison, che dimostra in modo esemplare quello che rispondevo loro: per legge non si riesce, per vendere le sue tv bisogna che sia Berlusconi a volerlo.
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→ luglio 27, 2000
No, noi siamo contrari alla privatizzazione semplice delle reti televisive: che devono rimanere in mano pubblica». A dirlo non è Fausto Bertinotti, o Nerio Nesi, o un esponente dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: è l’on. Paolo Romani, responsabile informazione di Forza Italia, intervistato da Milano Finanza. Mentre il centrosinistra dissotterra le improbabili armi riposte ai tempi della Bicamerale, quella cioè di proporre L’ineleggibilità di un candidato che riscuote il consenso – punto più punto meno – del 50% dell’elettorato, o, in alternativa, quella di imporgli la vendita forzata delle sue imprese, l’esponente di Forza Italia ci aiuta a riportare il problema al dato di fondo: conflitto di interesse e questione Rai sono inestricabilmente legati tra loro.
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→ febbraio 10, 2000
La televisione sposta il voto del 7-8% degli elettori, scrive Renato Mannheimer (Politica e TV, Corriere della Sera di lunedì); la notizia viene ripresa dal Giornale (L’Esperto: “Grazie alla RAI la sinistra aumenta i voti”, martedì 8 Febbraio); chissà quante volte la sentiremo citare, incominciando dal prossimo dibattito in Senato sulla par condicio. Avallata da un parere così autorevole, a forza di essere ripresa e ripetuta, rischia di diventare un “fatto”: come le cento parole che avrebbero gli esquimesi per indicare la neve.
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→ settembre 9, 1999
Forse perché era la mia prima, ma io ricordo bene la campagna elettorale del 1994: noi, i Progressisti della «gioiosa macchina da guerra», ad accusare Berlusconi di essere «sceso in campo» per difendere le sue aziende, e ad alzare il tiro contro il pericolo del Grande Fratello che corrompe e coarta la volontà degli elettori; e Bossi .i garantire che, al primo accenno di scorrettezze da parte del suo alleato», gli avrebbe ficcato dove si meritava «una bella legge antitrust». A leggere quello di cui si sta discutendo in queste settimane, sembra che sei anni siano passati invano.
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→ agosto 22, 1999
Il Senatore al Direttore di La Repubblica
Caro Direttore,
è stato un vero piacere leggere come Andrea Manzella ( “Spot in TV ed elezioni: il governo ha sbagliato” La Repubblica del 19 Agosto) illustra, con cultura e dottrina, le ragioni dell’opposizione al disegno di legge governativo cosiddetto della “par condicio”. Sullo specifico quindi nulla da aggiungere. Piuttosto c’è un altro tema che viene toccato, non strettamente necessario alla “dimostrazione”, ma che presenta connessioni logiche che val la pena approfondire.
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→ marzo 15, 1999
Sto scrivendo come al solito con la radio accesa sul programma di musica classica del quinto canale. È un programma di qualità? Impossibile dirlo. Dato che lo ascolto, la sua qualità per me supera un livello minimo. Dato che non posso scegliere tra programmi analoghi, non posso fare una scala di qualità relative. Dato che l’ascolto è sostanzialmente gratuito, non ho nessun mezzo per dare un valore alla mia preferenza: quindi è impossibile quindi dire se questo è un programma di qualità nel senso che non ho nessun mezzo per comunicarlo. Sarei disposto a pagare una somma ragionevole per scegliere tra due o tre programmi diversi di musica classica, i fornitori di programmi avrebbero modo di misurare il gradimento, avrebbero interesse a selezionare profili di clienti diversi, con offerte differenziate per prezzo o per contenuti.
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