→ novembre 30, 1999

Sette mesi dopo essere stata protagonista di uno degli episodi più appassionanti della nostra storia borsistica, Telecom Italia registra un giudizio negativo da parte dei mercati finanziari. La sua capitalizzazione dal gennaio 1999 — cioè “neutralizzando” l’effetto Opa — è salita del 40%; ma quella di France Télécom del 60% e quella di Deutsche Telekom dell’80%.
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→ aprile 21, 1999

Il primo a profferire la parola fu, se non andiamo errati, Romano Prodi: fu il presidente designato della Commissione Europea, interpellato sulle prime voci di un possibile accordo tra Telecom Italia e Deutsche Telekom, a parlare di “pariteticità”, condizione capace di rendere vantaggioso ogni accordo tra le due società. Da allora “pariteticità” è entrata nel circuito della comunicazione, è diventata il faro di ogni politica, l’obiettivo di ogni piano, il vincolo di ogni accordo.
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→ febbraio 24, 1999

1. Struttura proprietaria di Telecom Italia.
Al tiro a segno contro il nocciolo duro voluto dal Tesoro, e individuato da Morgan Stanley, si sono esercitati proprio tutti; molti di quelli, giornalisti e politici, che oggi lo difendono dall’attacco di Olivetti, erano in prima fila. Sparavano contro contro Ciampi, che aveva regalato tanto gioiello ad azionisti tanto gretti ed imbelli.
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→ luglio 30, 1998

Le grandi manovre nel settore delle telecomunicazioni regalano emozioni agli appassionati del genere: lunedì viene annunciato il mega accordo tra AT&T e British Telecom; appena 24 ore dopo quello tra GTE e Bell Atlantic. E si attende il colpo da mille miliardi di dollari: tanto per capirci, quanto noi tutti in Italia produciamo in un anno. Ma dietro i commenti “tecnici” fa capolino, a volte sottaciuta, a volta esplicita, la domanda vera: e noi? Una domanda dietro cui sta non la curiosità di sapere quando “noi” potremo usufruire dei servizi della nuova azienda, ma il timore che questo sia un brutto colpo inferto alla “nostra” compagnia telefonica. Insomma una domanda fatta a nome di “noi” in quanto “cittadini” di Telecom, più che di “noi” consumatori. Insomma, vorremmo sapere, questa è per “noi” una sconfitta? E se c’è sconfitta chi è il colpevole?
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