«Quantum mutatus ab illo» vien da esclamare leggendo le considerazioni di Stefano Pecori, consigliere comunale di San Giuliano Terme (Pisa) “Sulle reti cablate sfida dei Comuni” (si veda «Il Sole-24 Ore» del 27 maggio). Alla base del disegno di legge che avevo presentato nella scorsa legislatura e che, opportunamente aggiornato, intendo riproporre, sta infatti l’idea che i Comuni possano mettere a gara il diritto di cablare il loro territorio, diventando cosi protagonisti della rivoluzione tecnologica e di consumi conseguenti all’impiego di reti a larga banda. Mentre ora si legge che i Comuni, anziché rivendicare il ruolo di “dominus”, dovrebbero accontentarsi di un “potere di condizionamento”, per “evitare l’uso distorto a fini prevalentemente commerciali” o “definire accordi di programma che prevedano l’applicazione di una tassa ridotta a condizione che i servizi non a fine di lucro abbiano allaccio gratuito”.
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