Con ogni probabilità anche a Massimo D’Alema, come alla maggior parte dei commentatori, è sfuggito il rapporto sulle business school pubblicato dal «Financial Times» il 25 gennaio: in cui la scuola di management della Bocconi è presente con un inserto pubblicitario ma non nella classifica dei primi 50 istituti europei e americani. Se l’avesse visto, c’è da scommettere che martedì, parlando proprio nel tempio milanese degli studi economici, alla tentazione della battuta caustica non avrebbe resistito.
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