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→  marzo 15, 2006


Berlusconi? Una stantia battaglia personale contro i “comunisti”

Il 9 aprile in Italia non si chiuderà solo una legislatura durata 5 anni: in realtà si chiuderà un ciclo politico durato 12 anni. E’ un arco di tempo che abbraccia l’intero percorso politico di Silvio Berlusconi, iniziato con la sua ”discesa in campo” del 1994, quando in pochi mesi riuscì a creare dal nulla un partito e una coalizione che sconfissero la “gloriosa macchina da guerra” assemblata da Achille Occhetto con quanto a sinistra era rimasto dei partiti sopravvissuti al ciclone Mani Pulite.

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→  agosto 5, 2003

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Caro direttore, ci sono buone ragioni per credere che Silvio Berlusconi non riuscirà a trovare il «colpo d’ala» analogo all’apertura alla Cina di Richard Nixon nel 1972. «Liberare l’industria dai suoi lacci», che a Moises Naim (Corriere della Sera, 3 agosto) appare come sua «ultima possibilità», sarebbe tutto tranne che una novità: era il programma con cui vinse le elezioni del 2001.

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→  settembre 29, 2001


Salvatore Bragantini (Corriere di ieri, pagina 14) non ha dubbi: la modifica della disciplina del falso in bilancio è una «riforma sbaglia­ta». Oggi, a legge approvata, è inu­tile discutere su quello che sarebbe potuto essere. La domanda da por­si è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale a quella finora in vigore? Io sostengo di sì. Bragantini dice di no, ma in realtà il suo confronto è tra la nuova e una bozza ormai consegnata agli archivi. Che quella bozza fosse mi­gliore non me ne deve convincere.

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→  settembre 26, 2001


Sono economici gli interessi a cui di solito ci si riferisce quando si parla di conflitto di interessi. Esisto­no però, accanto a questi, anche conflitti di interessi politici. Non quelli della normale dialettica politi­ca tra maggioranza e opposizione, ma quelli che sorgono quando a contrapporsi sono due interessi ge­nerali: come nel caso del falso in bilancio, inserito nella legge delega per la riforma del diritto societario, che questa settimana riceverà la de­finitiva approvazione in Senato. Da un lato c’è l’interesse generale di dare certezza agli operatori e pro­muovere lo sviluppo dell’economia, dall’altra l’interesse di salvaguarda­re il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato, che tra l’altro, riducendo i Costi di transazione, è condizione per lo sviluppo e l’efficienza.

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→  giugno 13, 2001


Dell’appello contro la faziosità in campagna elettorale, che firmai sul Foglio in marzo, insieme ad Au­gusto Barbera, Luciano Cafagna, Paolo Mieli e Michele Salvati, ri­torna parlare Mario Pirani (Il Ca­valiere e la Giustizia, La Repub­blica, 9 Giugno). Pirani premette che lui pure rifiuta la tesi secondo cui la vittoria di Berlusconi sareb­be una minaccia per la democra­zia in Italia, ci tiene a distinguersi dai demonizzatori; ma accusa coloro che a elezioni avvenute ri­badiscono i temi di quell’appello, di essere degli ingenui che si fan­no abbindolare dal pifferaio Ber­lusconi dimenticando “alcune macroscopiche contraddizioni personali del candidato premier [che] confliggono con principi e nonne di uno stato liberale”.

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→  giugno 7, 2001


Il primo test di politica economica per Silvio Berlusconi potrebbe arrivare in anticipo rispetto alla formazione del suo Governo. A far capire di che pasta è fatto il liberismo del centrodestra sarà un europarlamentare di Forza Italia, il cui voto è determinante per l’esito di un braccio di ferro che vede contrapposti il Parlamento Europeo di Strasburgo e la Commissione di Bruxelles, e che ha per posta la legge sulle Opa.

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