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→  giugno 17, 1993


Le astensioni potrebbero, domenica prossima, essere numerose: se così fosse, si tratterebbe di un fatto in controtendenza rispetto al processo in atto.
Il voto referendario del 18 aprile è stato notevole non solo per la percentuale del sì (83 per cento) ma anche per l’altissima Percentuale dei votanti (77 per cento). Secondo l’analisi che ne fanno Corbetta e Parisi (Il Mulino, maggio ’93) questo dato, depurato dell’astensionismo aggiuntivo tipico dei referendum, equivarrebbe ad un tasso di votanti, proiettato su elezioni politiche, superiore al 90 per cento.

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→  aprile 7, 1993


Il quesito referendario del 9 giugno sulla preferenza unica aveva il pregio della semplicità: chiedeva di por fine alla manipolazione della volontà popolare da parte delle segreterie dei partiti, ai non infrequenti brogli. Il suo successo plebiscitario è dipeso anche dalla relazione immediatamente percepibile tra obiettivo e quesito, tra fine politico e mezzo.
Questa solare chiarezza sembra invece mancare alla consultazione del 18 aprile: per il numero dei quesiti, e già quindi per la necessità di manipolare nove schede perché minore è la rilevanza politica di molti di essi e controversa l’opportunità di alcuni;. perché il quesito più rilevante, quello sulla riforma della legge elettorale, è solo la premessa di una modifica più completa che riguardi la Camera oltre il Senato.

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