Il regresso della lira nello Sme è un nuovo coerente segnale della volontà di Tesoro e Bankitalia di rassicurare i mercati sul proposito italiano di partecipare fin dall’inizio al club dell’Euro. La richiesta italiana si basa su un presupposto innegabile: la discesa dell’inflazione è risultata più rapida di quanto si osasse sperare, è un fatto positivo di straordinaria rilevanza. Su questa base si può sperare in un ulteriore ribasso dei tassi di interesse e dello spread Btp-Bund. Basta questo per dire che siamo tornati ai mitici anni Sessanta? Sbaglia chi lamenta un eccesso sul versante fiscale e un difetto su quello dell’offerta, del mercato e della concorrenza? Questo è l’interrogativo da cui deve partire chi, come me, in questi giorni ha avanzato tali critiche, pur essendo sostenitore del rigore. Per risultare più chiaro, restringo i riferimenti a due articoli apparsi su “Repubblica”, il primo di Lucio Villari e il secondo di Giuseppe Turani.
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