→ febbraio 24, 1994
intervista di Pier Giorgio Betti
«Io sono con i progressisti in quanto imprenditore perché ritengo che solo uno Stato giusto sia legittimato a chiedere sacrifici e che solo l’intelligente collaborazione di tutti sia la strada dell’efficienza». Così Franco De Benedetti spiega la sua decisione di impegnarsi in prima persona, come candidato, nella campagna elettorale. E il programma di Berlusconi? «Come è possibile che gli italiani credano ancora alla letterina di Natale in cui si può chiedere tutto e si spera di trovare tutto, la mattina dopo, ai piedi del letto? Queste promesse verranno mantenute solo per alcuni e faranno stare peggio tutti gli altri».
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→ febbraio 22, 1994
intervista di Adalberto Falletta
Sospira: «Si, è stata una decisione sofferta». Precisa: «Nessuno mi ha costretto, si capisce. Ho valutato la situazione in cui versa il nostro Paese. E ho accettato di scendere in campo». Si accalora: «Macché anti-Berlusconi! Io non ho televisioni, né giornali. Sono un imprenditore che farà la sua campagna elettorale in un ufficio di duecento metri quadrati, mica il leader di un’agguerrita formazione politica». L’ingegner Franco Debenedetti, 61 anni, fratello dell’ingegnere per antonomasia, ovvero l’imprenditore rosso protagonista di una rivalità quasi mitica con il Cavaliere di Arcore, è lusingato dal confronto. Ma non ci sta.
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→ febbraio 21, 1994
intervista di Alberto Papuzzi
«Io sono soltanto me stesso. Non sono l’aanti Berlusconi. Come potrei?». Il gran borghese Franco Debenedetti rifiuta le etichette e si irrita garbatamente se la sua candidatura nel polo progressista – collegio senatoriale numero 1 a Torino – viene messa in relazione con la rivalità tra Carlo Debenedetti, suo fratello, e Silvio Berlusconi, sua emittenza. Non è l’interprete di una guerra tra l’Ingegnere e il Cavaliere. «Però è vero – ammette – che la scesa in campo di Berlusconi mi ha dato ulteriori ragioni per essere nello schieramento progressista».
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→ febbraio 21, 1994
intervista di Massimo Gagliardi
Franco Debenedetti. 61 anni, non è più presidente della Sasib. Si è dimesso per scendere in politica. È il candidato di Alleanza democratica nelle file dei progressisti a Torino. Mantiene la carica di consigliere di amministrazione in Cofide, Cir, Sogefi e anche in Sasib.
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→ febbraio 12, 1994
Cosa chiede Franco Debenedetti, presidente della Fondazione Olivetti, a un Governo e a uno Stato progressista? «Che non intervenga direttamente in economia come produttore di beni e come unico erogatore di servizi. Chiediamo soprattutto un quadro chiaro di regole che inseriscano dovunque nel mercato elementi di concorrenzialità. Ma il Governo dovrebbe anche e soprattutto svolgere un ruolo di stimolo che consiste nell’individuazione dei veri orizzonti strategici per le imprese. E dovrebbe anche intervenire per evitare la spaccatura tra posti di lavoro ben protetti, che finiscono inevitabilmente per introdurre elementi di distorsione nella concorrenza, e occupazioni più incerte».
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→ febbraio 1, 1994
Sembra diffondersi la richiesta (e l’offerta) agli imprenditori di assumere responsabilità politiche dirette; l’opinione che le loro esperienze e capacità possano contribuire alla soluzione dei nostri problemi, non solo direttamente, nella condotta delle loro imprese, ma anche indirettamente, applicandole alla gestione della cosa pubblica. Berlusconi viene accreditato di capacità politiche in quanto ritenuto imprenditore di successo, e c’è da credere che siano le indagini demoscopiche a suggerirgli di reclutare tra gli imprenditori i candidati del suo partito. La costituzione di un gruppo di imprenditori in Alleanza Democratica non ha solo lo scopo di fornire la garanzia che il polo progressista è impegnato su un programma di politica economica rispettoso delle esigenze delle imprese. E l’invito ad un maggiore impegno in politica è stato rivolto recentemente agli imprenditori dallo stesso Presidente Scalfaro.
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