→ dicembre 1, 1997
Le dimissioni di Guido Rossi da Presidente di Telecom segnalerebbero, secondo alcuni esponenti del PDS, un grave ritardo nella modernizzazione del capitalismo italiano; secondo Repubblica invece si tratterebbe di un vero e proprio sabotaggio attuato dal grande capitale italiano contro nuove regole di corporate governance. Entrambe le affermazioni, a ben vedere, non reggono. La prima perche’ non tiene conto che e’ il Governo a portare la responsabilita’ degli assetti proprietari, di mercato, di regolazione conseguenti alla privatizzazione di Telecom. La seconda perche’ si basa su un equivoco, che conviene subito chiarire.
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→ dicembre 1, 1997
La domanda corretta da formulare.
L’Italia è parte dell’Europa fin dalla sua fondazione, sarà probabilmente tra i primi nell’euro, la sua banca centrale è modello di indipendenza, ha autorità di controllo dei mercati finanziari e della concorrenza guidate da personaggi di grande valore intellettuale e morale. Dire che in campo economico in Italia siamo in presenza di un regime può dunque sembrare un paradosso.
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→ novembre 28, 1997
La presentazione del rapporto Cer è stata l’occasione per un nuovo sviluppo nella polemica divampata in queste settimane sui maggiori organi di informazione nazionale e internazionale su come sono gestiti i conti al Tesoro, in vista del raggiungimento del famoso 3% di deficit necessario all’Euro. Il sottosegretario Piero Giarda, avvocato d’ufficio del Tesoro, ha respinto con energia le accuse mosse da Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera e da James Blitz sul Financial Times.
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→ novembre 13, 1997
Quali conseguenze politiche di lungo respiro avra’ l’ingresso di Antonio Di Pietro in Parlamento lo diranno i fatti. Ma se c’e’ un rischio immediatamente concreto e’ che il riequilibrio moderato dell’Ulivo porti un segno di assoluta indifferenza ai temi dell’economia e dell’impresa, del mercato e della concorrenza.
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→ novembre 8, 1997
Per mesi i lavori della Bicamerale sono stati bloccati dallo scontro sulla giustizia. La battaglia per la legalità annega il paese in un torrente di polemiche che non trova soluzione né a Milano né a Roma, né a Palermo. E’ la croce dolorosa dell’irrisolta transizione italiana.
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→ ottobre 25, 1997
Per non aprire la crisi, Bertinotti aveva anche avanzato la richiesta di rinviare sine die la privatizzazione di Eni; ancora per il 51% in mano pubblica, e di Enel, totalmente dello Stato. Nei commenti, questa richiesta passò in secondo piano rispetto a quella più “scandalosa” della riduzione di orario a parità di salario. Poi c’è stato il successo dell’offerta pubblica per Telecom, la maggiore in Europa fino a questo momento. Come dire che, quanto a privatizzazioni, ci si debba per il momento accontentare. Non è così: rinviare la vendita di Eni ed Enel sarebbe un fatto grave, per tre ordini di motivi che riguardano rispettivamente i consumatori, la nostra economia, il Governo stesso.
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