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→  aprile 17, 2024


Per Albert Einstein, «insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results». Se è così, e cioè questa è la definizione della follia, allora il nostro approccio a Israele e Palestina è folle. Dal 1967 almeno, il mondo si è comportato come se trovare una soluzione alla mancanza di uno stato palestinese e quindi finire il conflitto tra palestinesi ed israeliani richiedesse una pressione costante e crescente su Israele. Non è questo che dobbiamo fare, perché Israele ha offerto tutto quello che può. e tutto quello che osservatori e attivisti europei pensano che i palestinesi vogliano. È la tesi di un lungo articolo di Pat Johnson pubblicato da «Medium» nell’Aprile 2024, e del titolo che gli ha apposto il giornale: «Il problema è. Israele non è il problema». L’articolo fa la storia dei rapporti tra Israele e i suoi vicini. Mi sembra un documento interessante, e soprattutto utile.

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→  aprile 8, 2024

di Pat604Johnson

Insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results.

– Albert Einstein

If the definition of insanity is doing the same thing again and again while anticipating a different result, our approach to Israel and Palestine is crazy.

Since 1967, at least, the world has behaved as though finding a resolution to the statelessness of Palestinians, and therefore ending the conflict between Palestinians and Israelis, demands constant and increasing pressure on Israel.

This approach has been enthusiastically adopted by the United Nations and European foreign ministers, by nongovernmental organizations like Amnesty International, by leftist and centrist political parties across Europe and North America, by trade unions and progressive activists, by writers and thinkers, and by the majority of individuals who make up the diffuse entity we call the left.

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→  marzo 27, 2024


Al direttore.

Gli Stati Uniti di Joe Biden non hanno posto il veto alla risoluzione Onu volta a impedire a Israele di combattere quel che resta di Hamas e di eliminarne i capi. Eppure per sconfiggere i terroristi islamici e giustiziarne il capo, gli Stati Uniti di Bush invasero l’Iraq. E Regno Unito e Francia presero per buone le “prove” che dovevano giustificare l’operazione.

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→  marzo 14, 2024


“Crimini contro l’umanità”, “genocidio” sono termini che ricorrono sovente nei resoconti delle guerre di Ucraina e di Gaza: di solito a sproposito, comunque senza riferimento al contesto in cui i due termini vennero creati. Sono termini giuridici, comprensibili però solo avendo ben presente le vicende vissute e le sofferenze patite: per questo se ne sentì la necessità. “La strada verso est” di Philippe Sands descrive la ricerca minuziosa di tracce e di indizi con cui ricostruire le vite dei personaggi e delle loro famiglie: singole storie nelle immense tragedie per cui furono creati gli strumenti atti a condannare i capi nazisti al processo di Norimberga, e che poi entrarono nel diritto internazionale.

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→  febbraio 29, 2024


Al direttore.
Prendere ostaggi in un contesto di conflitto armato è considerato un crimine contro l’umanità. Non è invece un crimine fare prigionieri, purché essi siano trattati umanamente, in modi definiti da accordi internazionali. C’è quindi una insanabile contraddizione alla radice delle trattative fra Hamas e Israele per scambiare cittadini israeliani presi come ostaggi con prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane: nessun moltiplicatore numerico può eguagliare un crimine contro l’umanità a fatti leciti purché nel rispetto di determinate condizioni.

→  febbraio 23, 2024


Al direttore.
Martedì 20 febbraio, nella Sala Buzzati del Corriere si presentava “Giacomo Matteotti, il nemico di Mussolini” di Marzio Breda e di Stefano Caretti. Matteotti fu assassinato nel 1924, cent’anni giusti prima che la stessa sorte toccasse ad Alexei Navalny, “il nemico di Putin”, anch’egli in modi ancora da chiarire, anche la sua salma brutalmente offesa. Ma quando uno spettatore fece notare la singolare e pur non insignificante coincidenza, nessuno, né dal palco né dalla sala, accennò a un applauso di solidarietà.

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