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→  gennaio 27, 2000


Le vicende che stanno travolgendo Kohl, coinvolgendo la memoria di Mitterand e sconvolgendo Israele, scoppiate mentre da noi la morte di Craxi ha dato l’occasione alla rievocazione degli scandali che travolsero il PSI, potrebbero indurre a rubricare tutto sotto una sola voce, quella di finanziamento illecito della politica. Sarebbe una grossolana semplificazione; e sarebbe grave se la commissione parlamentare d’inchiesta che sta per essere votata, dovesse indulgervi.

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→  gennaio 20, 2000


Se passassero i referendum “sociali”- sostengono i sindacati – da un lato non resterebbe più nulla del sistema del welfare su cui si sono costruite le grandi democrazie europee, dall’altro le organizzazioni dei lavoratori subirebbero un colpo mortale…

Per uno dei referendum, quello sui contratti a termine, certamente sì: le aziende potrebbero assumere tutti con contratti a un anno (ma perché allora non a un mese o a un giorno?) rinnovandoli alla scadenza. Una flessibilità eccessiva, perfino dannosa per le aziende; una totale assenza di tutele, ingiusta per i lavoratori. Se la Corte lo dichiarasse inammissibile farebbe un favore agli stessi referendari.

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→  gennaio 12, 2000


«Voi li riconoscerete dai loro frutti.» A riconoscere l’identità dei DS — obbiettivo di questo primo congresso — serviranno slogan e canti, reminiscenze e rituali; sarà importante il modo con cui si deciderà di guardare al passato — i fantasmi di Tangentopoli — e al futuro — la scelta del leader della coalizione per le prossime elezioni. Ma un’immagine è netta quando c’è coerenza tra propositi e fatti: sono questi i frutti che permettono di distinguere i buoni dai cattivi profeti. E i fatti qui sono quelli che, nei due governi di questa legislatura, più sono segnati da un decisivo apporto della componente DS nel Governo, e quelli che il terzo governo sarà chiamato a compiere. Bilancio e programma di governo saranno pietra di paragone della nuova identità.

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→  gennaio 9, 2000


Nella vicenda dei proiettili all’uranio ciò che più colpisce e preoccupa è constatare quanto bassa sia la capacità di reazione dimostrata dall’opinione pubblica di fronte a siffatti fenomeni di esaltazioni emotive.
Già era successo in occasione della «cura» Di Bella: ma lì almeno poteva avere senso non precludere nessuna possibilità, neppure alla più improbabile terapia. Sull’Uranio, invece, da 50 anni sappiamo praticamente tutto.

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→  dicembre 18, 1999


Il  risultato della pluridecennale battaglia tra comunismo e anticomunismo non può essere di 1 a 0, chiede Ugo Intini (Lettera di un socialista perbene, La Stampa di giovedì). E il numero due della Quercia, Pietro Folena, si dichiara d’accordo. Ma più che mettersi d’accordo sul punteggio finale della partita è importante sapere quale sia il gioco: che è quello di come si governa una democrazia in un sistema di mercato aperto.

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→  novembre 20, 1999


Non nascono da un improvviso interesse per le arti figurative le appassionate discussioni sul crocefisso del Giambologna: favorevoli e contrari, tutta la città ha ritrovato di fronte a sé il sindaco, e con lui ha discusso delle sue scelte. Così non è per altre questioni. Ne cito tre: íl Museo Egizio, lo Stadio delle Alpi, le aziende munìcipalizzate. Questioni di cui si discute solo in consiglio comunale: e su cui nulla si decide. Torino da vent’anni aspetta di ritrovare l’autorevolezza e il dinamismo del protagonista, chiede al sindaco del maggioritario di dargli questa prospettiva: e lamentano di ave re un sindaco che non c’è.

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