→ Iscriviti
→  marzo 18, 2002

Da quando l’Unità è ritornata in edicola, quello che ha avuto luogo mercoledì scorso in Senato è stato il primo incontro tra il gruppo parlamentare DS e la direzione del giornale.

Un evento quasi dovuto: infatti nel riquadro stampato tutti i giorni in basso a destra di pag. 31, si legge che l’Unità è il “quotidiano dei gruppi parlamentari dei democratici di sinistra”. Quell’indicazione non è rituale, quasi un omaggio alla storia del giornale, è invece legata alla vita stessa del giornale, nel senso molto preciso della sua possibilità di esistere.

leggi il resto ›

→  marzo 8, 2002


Buono e inutile: questo è il giudizio, più conciso che preciso, che credo si debba dare al disegno di legge Frattini sul conflitto di interessi. Buono nel senso che ha detto Sabino Cassese (sul Corriere della Sera del 1° marzo), migliorabile nel senso da lui suggerito (sul Sole di giovedì 7 marzo).

Ma inutile per risolvere il problema che occupa la scena politica italiana dal 1994: quello del rapporto tra potere politico e potere mediatico. All’art. 3 la legge precisa i due casi in cui si ha conflitto di interessi: quando il titolare di cariche di governo è in condizione di incompatibilità e quando l’atto di governo ha incidenza sul suo assetto patrimoniale. L’art. 2 precisa che l’incompatibilità è quella degli amministratori e non del proprietario.

leggi il resto ›

→  marzo 1, 2002


Sì, siamo cambiati, come partito. E talvolta il cambiamento può essere doloroso

“Sì, siamo cambiati, come partito. E talvolta il cambiamento può essere doloroso. Ma siamo più forti, non più deboli, perché siamo cambiati. E per buone ragioni. Non siamo diventati il partito della competenza economica per impressionare le grandi aziende. Ma perché conoscere il mercato è la precondizione della giustizia sociale, e le vittime della disoccupazione sono lavoratori ordinari. […]. Le nostre politiche sono cambiate. I valori no: valori per cui vale la pena di combattere e governare”.

A questo ho pensato ascoltando i resoconti dell’incontro di Fassino con gli intellettuali a S. Michele in Roma. A questo ho pensato ascoltando per radio il boato dei 40 mila del Palavobis di Milano. Alle parole con cui il 22 febbraio Tony Blair ha concluso la conferenza del Labour scozzese.

leggi il resto ›

→  marzo 1, 2002


All’inizio la denuncia del pericolo di trovarsi in un «regime», il paragonare Berlusconi ad Arturo Ui, descrivere il suo governo come fascista o nazista erano un espediente retorico.

Ma poiché «sottile è la linea che separa il resistente dal retore» come scrive Adriano Sofri, e le parole pesano, a un certo punto l’indignazione per il regime si saldò con l’osservazione che in Italia Berlusconi ha raccolto solo il 45% dei consensi, ne dedusse che il 55% gli era contrario, sognò una «santa alleanza» per batterlo.

leggi il resto ›

→  febbraio 8, 2002


I massimalisti alla guida?
Almeno saranno chiare le colpe della prossima sconfitta

Non si può per lunga tradizione corteggiare gli intellettuali adornando cortei, palchi e appelli, per poi fare spallucce dicendo “che volete, è solo un cinematografaro” quando prendono la parola in piazza e sostengono tesi sgradevoli. Per questo, mi pare abbia poco senso usare le citazioni del Moretti regista contro il Moretti oratore di piazza Navona. Badiamo alla sostanza.
La ricetta politica che Moretti ha proposto – tornate all’union sacrée da Dini e Di Pietro a Bertinotti – gode di vasta cittadinanza in una parte del centrosinistra. Non la condivido, ma non mi scandalizzo. Piuttosto, Moretti è stato utile nel rivelare che ciò che lo angustiava – siete divisi, non vi capiamo – è clamorosamente vero.

leggi il resto ›

→  febbraio 8, 2002


I leader della sinistra e chi li fischia

Tocca una corda sensibile Mario Deaglio quando accusa i politici di sinistra di aver perso contatto con la realtà sociale di un paese che è cambiato sotto i loro occhi.
E’ solo perché ha smesso di ascoltare gli intellettuali, di por mente alle analisi che essi, dal primo Sylos a Fuà ad Accornero, solo per ricordare quelli menzionati da Deaglio fornivano con preveggente puntualità? Non credo che sia mancata la capacità di ascolto; anzi spulciando negli archivi probabilmente si troverebbe traccia dei convegni in cui quegli studi saranno stati presentati e dibattuti magari da politici ancor oggi sulla breccia.
Perché non li hanno messi in pratica?

leggi il resto ›