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→  gennaio 28, 2003

il_riformista
“Spero”, scrive Sergio Cofferati a conclusione della sua intervista a Reset, “che anche il mio amico Franco Debenedetti si sia a questo punto convinto di aver sbagliato quando si è astenuto sulla legge Cirami”. Non mi sono astenuto, non avrei potuto neanche se avessi voluto, perché tutta l’opposizione scelse di non partecipare al voto finale del 24 Ottobre. Ma neppure penso di aver sbagliato: perché l’astensione, che proponevo dalle colonne del Riformista, era volta a dare non un giudizio politico sul merito della legge, ma un segnale del successo nella nostra battaglia.

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→  gennaio 26, 2003

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L’appello italiano agli elettori israeliani

Già in generale bisognerebbe andarci con cautela e delicatezza con gli appelli al voto a cittadini di un altro Paese. Ai convinti, di un campo e dell’altro, è inutile parlare, lo insegnano fin dalla prima lezione gli esperti di comunicazione politica. E quanto a quelli che ancora non hanno deciso, il rischio è di provocare una reazione di fastidio o di rigetto a causa della presunzione, implicita in ogni appello da parte di uno straniero, di saperne di più di loro, del loro Paese, della loro storia; quasi a volersi porre come il fratello maggiore che ti insegna che cosa ti conviene.

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→  gennaio 22, 2003

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Il voto sull’art. 18

Vedete? c’è ora la tentazione di dire a sinistra, ecco la prova: con il suo referendum Bertinotti dimostra la sua “oggettiva” consonanza con Berlusconi. Prova non convincente, tentazione pericolosa. Perché rimproverare proprio a Rifondazione inflessibilità e spregiudicatezza nel cercare visibilità, quando quotidianamente ne dànno prova i partiti dell’Ulivo? E perché spostare il tiro sul bersaglio sbagliato, quando è stata la battaglia dalla CGIL in nome dei “diritti” a creare i presupposti per l’iniziativa referendaria?

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→  gennaio 10, 2003


La spaccatura nel centrosinistra parte da lontano: è una questione di terminologia

A volte anche la parola, come la “bocca baciata” cantata da Fenton nel Falstaff verdiano, “non perde ventura, anzi rinnova come fa la luna”. E’ il caso di “riformisti”, un’espressione che a Mario Pirani su Repubblica, nella sua recensione del nostro “Non basta dire no!” (Mondadori, 2002), appare logorata dal tempo, e resa ambigua dai molti usi a cui l’ha piegata oltre un secolo di storia.

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→  dicembre 8, 2002

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Voto contrario – Lettera a Mieli

Caro Mieli,
sul ddl che rende permanente il 41 bis il 17 ottobre, in dissenso dal mio gruppo, ho fatto dichiarazione di astensione (come lei sa in Senato l’astensione conta come voto contrario). Siamo stati pochissimi e, del mio gruppo parlamentare, io solo. Come vede a volte ci si trova di istinto.

Franco Debenedetti

→  novembre 29, 2002

il_riformista
Il desiderio dei militanti di votare non rende il metodo né efficace né democratico

Se scommettete su quale ragazza vincerà il concorso di bellezza, ammoniva John Maynard Keynes, non puntate su quella che vi piace di più, ma su quella che ritenete piacerà di più agli esaminatori. Il ragionamento si applica anche quando si deve scegliere non “la più bella del reame”, ma il candidato alle prossime elezioni politiche. Il metodo delle primarie, che gode di grande popolarità nella sinistra soprattutto in quella ulivista, passerebbe il test di Keynes o no?

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