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→  aprile 11, 2003


Bisogna evitare la lotta per la leadership

La conferenza programmatica dei DS tenuta a Milano la scorsa settimana è stata un notevole impegno organizzativo: ma stento a individuare un risultato che dia ragione di cotanto sforzo, almeno nel senso di modificare la situazione interna del partito. Eppure, questa volta, Piero Fassino ha affrontato di petto il problema: c’è incompatibilità, ha detto riferendosi a Sergio Cofferati, tra l’essere presidente della Fondazione Di Vittorio, copresidente di Aprile, dirigente del partito. Il correntone ha protestato, D’Alema ha ridimensionato, Cofferati ha respinto, Fassino ha ribadito. E alla fine tutto si è ridotto alla richiesta della disciplina di voto in Parlamento.

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→  aprile 1, 2003

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La quercia spaccata

Se è vero che un programma, un’organizzazione, una leadership costituiscono una forza politica, allora bisogna riconoscere che con l’intronamento di Sergio Cofferati nel “primo nucleo della presidenza” di Aprile, l’associazione di tendenza di quella che era la minoranza al congresso DS di Pesaro, una vera e propria formazione politica si è costituita dentro l’opposizione.

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→  marzo 28, 2003

Non demonizzare, ma neanche assecondare ciecamente la piazza

Che cosa vogliono quelli che, nell’Europa continentale, marciano per la pace? Oltre alla fine della guerra, che cosa vogliono veramente che succeda? A parte il riflesso pavloviano di alcuni che devono aver partecipato – magari con i calzoni corti – alle manifestazioni dei partigiani della pace, a parte l’anticapitalismo dei no global, la maggior parte dei manifestanti, se gli si pone la domanda, non desidera l’umiliazione dell’America.

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→  marzo 23, 2003

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È miope la scommessa di Chirac

Non vedo un movimento pacifista animato da un sentimento antiamericano specifico, distinto cioè dal generico anticapitalismo no global: in questo sono d’accordo con Gianni Cuperlo. Era evidente che il gioco dei rinvii orchestrato dalla Francia all’ONU di fatto levava ogni forza di dissuasione alle truppe angloamericane dispiegate in Medio Oriente, lasciando solo l’alternativa tra essere umiliati o attaccare, e che quindi, pur senza ONU, un europeo non avrebbe avuto alternativa allo schierarsi dalla parte degli USA; è del pari evidente oggi che l’alternativa è solo tra una rapida vittoria con le attuali regole di ingaggio, o una sanguinosa escalation.

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→  marzo 21, 2003

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Iraq, guerra e pace

Alla vigilia dell’inizio delle operazioni militari in Irak, dopo mesi di discussioni, dopo centinaia di manifestazioni, il dibattito in Parlamento fotografa un paese dove maggioranza e opposizione, violentemente contrapposte nell’analisi del passato, concordano in modo quasi imbarazzante sulle decisioni da prendere quanto all’uso delle basi militari. Ma entrambe senza un’idea di politica estera.

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→  marzo 11, 2003

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Guerra all’Iraq e crisi dell’Onu

Nessuno, tra i commentatori che analizzano le ragioni contro la guerra, o tra i governanti che cercano di conquistare voti all’ONU contro la guerra, nessuno è disposto a scommettere sulla possibilità, giunti a questo punto, di evitarla. Anche i cittadini che manifestano contro la guerra ne sono in cuor loro convinti.

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