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→  luglio 23, 2004

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Perché il governo italiano ha votato la mozione che condanna Israele per la costruzione del muro? Non intendo riferirmi alle ragioni giuridiche e morali: parlo delle ragioni politiche che hanno indotto a una scelta che appare come un brusco cambiamento di rotta.

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→  luglio 20, 2004

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Economia e politica – L’ultimo libro di Mark Roe

“La socialdemocrazia non va d’accordo con le public company”: la frase suona, in Italia, come una doppia provocazione: perché la società ad azionariato diffuso è un mito della sinistra, realizza la “democrazia economica”; e perché la parola “socialdemocrazia” ha una carica storica e simbolica più pregnante dell’inglese “social democracy” di cui è traduzione. E’ invece proprio la tesi di “La public company e i suoi nemici” (Il Sole 24 ore, Milano, 25 .00€) di Mark Roe.

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→  luglio 15, 2004

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Le tentazioni neo-prop, la debolezza della politica e la speranza riformista (che non muore)

Sabato scorso, al seminario di Libertà Eguale a Val Màsino, Pietro Modiano, il numero due di Unicredito, invitava a guardare al di là delle ingombranti immagini dei poteri cosiddetti forti, che poi a volte più che forti sono esausti. L’Italia, diceva, è popolata da migliaia di imprese che lavorano, che guadagnano, che mantengono il valore assoluto delle proprie esportazioni, che viaggiano per il mondo, che a migliaia sono in Cina alla ricerca di opportunità. “Sono i nostri clienti”, concludeva, “li conosciamo uno per uno”. E mi chiedevo: Perché il centrosinistra non dovrebbe proporsi da dare rappresentanza politica a questo mondo? Perché il centrosinistra non dovrebbe risultare credibile facendo proprio questo messaggio?

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→  luglio 4, 2004

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Intervista di Federico De Rosa

Il Senatore Franco Debenedetti, pur sedendo nelle file del centrosinistra, ammette che Giulio Tremonti ha fatto un buon lavoro e «il centrosinistra dovrebbe riconoscerglielo».

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→  giugno 29, 2004

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Non conosco la storia della discarica di Parapoti; ho elementi generici sulle responsabilità dei poteri, nazionali e locali, legali e criminali; non ho mezzi per giudicare il rischio che liquami finiscano nelle falde acquifere. Non lo so e non mi interessa soverchiamente. So che in tutti i paesi civili del mondo gli inceneritori non inquinano, producono energia elettrica e acqua calda, si costruiscono senza bisogno di chiamarli termovalorizzatori. So che un paese civile non tollera di essere tagliato in due dalla protesta di una minoranza, comunque motivata. So che i timori di poche migliaia di cittadini non possono danneggiarne milioni.

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→  giugno 18, 2004


Saprà diventare un vero partito? Ma, soprattutto, conquisterà la leadership?

La sconfitta di Berlusconi potrebbe segnare la fine del berlusconismo. Blair, Chirac, Schroeder hanno subito perdite più importanti, ma sono momenti nella storia del laburismo, del gollismo, della socialdemocrazia, quei partiti non sono stati creati dai loro leader pro tempore. A Berlusconi non sarà più possibile richiamare all’ordine gli indisciplinati ricordando che gli devono tutto. E poche persone sono così strutturalmente inadatte al ruolo di comprimario.

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