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→  dicembre 14, 2004

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A un anno di distanza dal passaggio al Senato della legge Gasparri, sul riassetto del sistema televisivo, una rivisitazione dei punti oggetto di polemica: Il SIC; il drenaggio di pubblicità a danno dei giornali; il digitale terrestre; la privatizzazione

A un anno di distanza dal cruciale passaggio al Senato della legge Gasparri, sul riassetto del sistema televisivo, può essere utile rivisitarla nei punti che erano stati oggetto di più vivaci polemiche: Il SIC; il drenaggio di pubblicità a danno dei giornali; il digitale terrestre; la privatizzazione.

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→  dicembre 14, 2004

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Risposta aperta all’intervento di Mario Segni su La Stampa del 12 dicembre 2004

Caro Mario, per evitare che Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio, abbia il controllo della quasi totalità delle reti televisive nazionali ci sono, in teoria, due soluzioni: pubblicizzare Mediaset oppure privatizzare RAI. La prima é palesemente assurda. Resta la seconda: l’Ulivo la mise nel suo programma e non la realizzò, anche quando l’esito delle elezioni del 2001 era già prevedibile, e quindi anche la situazione a cui avrebbe dato luogo.

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→  dicembre 9, 2004

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La polemica con Angelo Benessia

Chissà che anno era quando il gerarca sovietico in giro per l’America, di cui racconta Angelo Benessia («Tv pubblica e futuro», La Stampa di ieri), trovò che radio e televisioni erano d’accordo sulle questioni più importanti. Certo non poteva essere all’epoca della guerra in Corea, non in quella delle marce per i diritti civili di Martin Luther King, non all’epoca delle rivolte di Berkeley, non in quella del Vietnam, e neppure all’epoca del Watergate, e neanche in quella di Wade vs. Roe: tutte questioni che hanno appassionato e lacerato l’America.

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→  dicembre 8, 2004

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Alla decima «Conferenza delle parti» di Buenos Aires si apre una nuova fase del negoziato: Cina, India e Brasile vanno coinvolti subito – La scommessa del protocollo, che ha alti costi, è la competitività del modello economico

Il trattato di Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas serra, impegna l’Italia a ridurre entro il 2008-2012 le proprie emissioni di anidride carbonica del 6,5% rispetto ai valori del 1990. Per raggiungere tale livello può ricorrere anche ai cosiddetti meccanismi di flessibilità: o comperare “diritti ad inquinare” da paesi che hanno superato gli obbiettivi di Kyoto, oppure compensare le proprie emissioni di anidride carbonica (CO2) con crediti di carbonio ottenuti realizzando o finanziando progetti a basse emissioni in Paesi in via di sviluppo. Il trattato prevede sanzioni finanziarie in caso di inadempimento.

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→  dicembre 2, 2004


Se la maggioranza è in difficoltà, nel centrosinistra non c’è coesione

Gli spettacoli che stanno dando di sé maggioranza e opposizione sono legati tra loro da un rapporto analogo a quello che intercorre tra azione e reazione. E’ perché la maggioranza si sta visibilmente sgretolando, che la minoranza si permette di mostrarsi così poco coesa. E’ perché sulla scena principale si rappresenta lo psicodramma della scommessa di Berlusconi sulle tasse, che dietro le quinte si fan le prove della commedia dei sei (o più?) personaggi in attesa di autore.

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→  dicembre 2, 2004

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Con la riduzione delle tasse, Berlusconi ha calato sul tavolo una carta su cui gli altri giocatori sono costretti a “ballare” per i prossimi giri.

Con la riduzione delle tasse, Berlusconi ha calato sul tavolo una carta su cui gli altri giocatori sono costretti a “ballare” per i prossimi giri. Se il centrosinistra ridicolizza i tagli come una “mancetta”, gli consente di dire che lui per primo avrebbe voluto un taglio assai più significativo. Se ne contesta la scarsa incisività, sia per sostenere i consumi sia per ridare competitività alle imprese, ingigantisce l’immagine di un Berlusconi disposto a rischiare il rapporto con gli alleati pur di dar prova di coerenza. Se dice che i tagli sono finti, non puo’ gridare alla macelleria sociale. Se solleva dubbi sulla copertura, non si puo’ lamentare che siano stati trascurati investimenti, per esempio in ricerca, per importi di due o tre volte maggiori.

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