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→  marzo 2, 2005

il_riformista
Che fare. Dopo il caso Morando

“Sic vos non vobis mellificates apes” proprio coloro che alla costruzione dell’alveare – la federazione dell’Ulivo – avevano lavorato quando nessuno ci credeva, proprio coloro che chiedevano che su temi importanti si convocasse l’assemblea degli eletti dell’Ulivo, un’assemblea dove alla fine si vota e ci si conta, proprio coloro che in occasione del congresso Ds, addirittura avevano rinunciato a distinguersi con una propria piattaforma politica per sottolineare il proprio sostegno all’innovazione organizzativa, non avranno un proprio rappresentante nella direzione della Federazione dell’Ulivo. Capisco quindi la protesta – tutta politica – di Enrico Morando.

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→  marzo 2, 2005

lastampa-logo
Il centrosinistra non deve più guardare ai modelli di socialdemocrazia europea

Una successione di snodi ideologici, il ricorrere di alternative strategiche, su cui appassionatamente si discusse, sanguinosamente ci si divise, e accanitamente si combatté: così appare la storia della sinistra a Umberto Ranieri (La sinistra e i suoi dilemmi, I Grilli, Marsilio). E la ripercorre, con dolente spietatezza, dalle origini all’oggi.

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→  febbraio 28, 2005


di Oscar Giannino

Si vede che c’è un gran lavoro dietro alle quasi trecento pagine dell’ultima fatica di Timoty Garton Ash, il direttore dello European Studies Centre al St. Anthony College dell’Università di Oxford e senior fellow presso la celebre Hoover Institution dell’Università di Stanford. Il suo Free World, America, Europa e il futuro dell’occidente (Mondadori) è l’ideale continuazione post 11 settembre del suo ampio manuale mondiale del post muro, che aveva avuto il torto di uscire in libreria proprio pochi mesi prima dell’attentato alle Twin Towers, risultandone immediatamente annullato.

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→  febbraio 19, 2005


di Luca Savarino

Dopo l’11 Settembre, il problema centrale della politica globale non sarà quello di diminuire la statualità, ma di costruirla». L’ultimo lavoro di Francis Fukuyama, Esportare la democrazia. State Building e ordine mondiale nel XXI secolo (Lindau, pp. 171, €18), affronta un tema di evidente attualità politica: la «creazione di nuove istituzioni di governo o il rafforzamento di quelle esistenti».

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→  febbraio 17, 2005

il_riformista
La linea del niente nemici a sinistra peserà su identità, scelte e consensi della FED

Iraq, unità della Federazione, sua identità politica: la vicenda del voto sul rifinanziamento della nostra missione la si comprende per intero solo collocandola all’interno di un triangolo di cui questi sono i vertici. Sono tre argomenti sui quali le opinioni si dividono in modi diversi: vi sono critiche con notevoli differenze sull’Iraq, larghissimo consenso sulla Federazione in sé; mentre ancora tutta da costruire è l’identità politica.

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→  febbraio 15, 2005


di Francis Fukuyama

Dopo aver clamorosamente predetto la fine della storia e l’egemonia della liberaldemocrazia, Francis Fukuyama analizza in questo suo nuovo libro un tema decisivo: la costruzione dei nuovi stati-nazione. La fine della storia, sostiene Fukuyama, non è un destino automatico e una politica di buon governo sarà sempre necessaria. Gli stati deboli e quelli falliti sono la causa di alcuni dei problemi più seri che minacciano il mondo. Fukuyama spiega in particolare come si possono trasferire a questi stati delle istituzioni pubbliche forti e funzionanti, le sole in grado di assicurare a essi e al mondo intero un futuro stabile e pacifico, e impartisce alcune lezioni tanto semplici quanto spesso disattese su come gli Stati Uniti e l’Europa possono gestire al meglio i casi più scottanti di state-building: l’Afghanistan e l’Iraq.

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