Tremonti: i rilievi del Quirinale? Dettagli tecnici, nessun problema
ROMA—È una domenica decisiva per la manovra e per il futuro del governo. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nega che ci siano stati contrasti con il Quirinale – «c’è solo qualche dettaglio tecnico» – e spiega il decreto nel contesto di un’analisi della situazione economica e finanziaria globale.
Questa mattina, proseguendo il censimento di coloro che dopo decenni di politica sembrano essere appena sbarcati da un altro pianeta, Zamjatin ha letto con attenzione l’intervista che il ministro dell’economia Giulio Tremonti ha concesso ad uno dei principali quotidiani italiani. D’altra parte è un giorno particolare per l’Italia e per gli italiani, che dopo un’intera settimana di annunci e dietrofont attendono ancora di conoscere i dettagli di una manovra che avrà serie ripercussioni sul presente e sulle prospettive della loro vita.
Appello di scienziati e intellettuali al segretario Bersani.
Caro Segretario, chi ti scrive segue con attenzione l’esperienza del Partito democratico. Alcuni sono impegnati anche nella vita del Pd. E apprezzano il lavoro che stai facendo per dare al Pd concretezza e radicamento, ponendo al centro della sua iniziativa i temi del lavoro e della insufficiente struttura produttiva italiana. Oltre naturalmente alla questione più generale e importante delle regole della democrazia italiana. Vorremmo dare un contributo serio a questa discussione. Tornando ai fondamentali come si dice e cercando di approfondire le questioni con rigore intellettuale e scientifico. E con spirito concreto.
Il partito di Bersani si é dipietrificato, ma vuole formarla o no una maggioranza che la pensi come CDB sul fisco e Ichino sul lavoro?
Dovrebbe indurre qualche riflessione nel PD vedere che a Gianfranco Fini, dotato di indubbia esperienza e finezza politica ma certo né un Cavour né un Moro, con qualche dozzina di parlamentari, è riuscito il mettere in difficoltà Berlusconi più di quanto abbia fatto il centrosinistra, che pure in questi sedici anni per due volte è andato al Governo.
Potrebbe essere animato il clima alle riunioni dei massimi organi della Compagnia di San Paolo, la Fondazione che con quasi il 10% è il maggiore azionista della Banca San Paolo Intesa. Sarebbe invece molto opportuno che prevalesse un clima riflessivo. Serve, quando ci si è cacciati in un pasticcio. Perché di pasticcio si tratta.