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→  giugno 23, 2010

Intervento di Franco Debenedetti sul referendum a Pomigliano


→  giugno 18, 2010


di Pietro Ichino

Le due clausole dell’accordo che la Fiom-Cgil denuncia come contrarie alla legge, e per alcuni aspetti anche alla Costituzione, sono queste: una in materia di malattia, che esclude il pagamento della retribuzione per le giornate di astensione dal lavoro in cui si verifichino aumenti anomali dei tassi di assenza in corrispondenza con eventi esterni di natura diversa da epidemie (per esempio: la partita di calcio giocata al mercoledì); l’altra in materia di sciopero, che vieta la proclamazione di – e la partecipazione dei singoli lavoratori a – scioperi volti a “rendere inesigibile” l’attuazione dell’accordo stesso (per esempio: uno sciopero dello straordinario, che renda inesigibili le 80 ore annue di “straordinario obbligatorio” previsto in funzione della variabilità delle esigenze produttive).

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→  giugno 14, 2010


di Pietro Ichino

Caro Direttore, quale che sia il risultato finale della partita che si sta giocando in queste ore alla Fiat di Pomigliano d’ Arco, essa costituisce l’ ennesima conferma della grave inadeguatezza del sistema italiano delle relazioni industriali rispetto alle sfide dell’ economia globale. L’ immagine del sindacato italiano che questa vicenda dà al mondo è la stessa che diede due anni fa l’ inconcludente trattativa con Air France-KLM per il futuro di Alitalia: quella di un sindacato profondamente diviso, ma anche incapace di darsi le regole necessarie per evitare che la divisione generi paralisi. In un sistema ispirato al principio del pluralismo sindacale, deve considerarsi normale che nella valutazione di un piano industriale a forte contenuto innovativo le associazioni sindacali si dividano.

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→  giugno 11, 2010


di Cesare Salvi

Al direttore

Due osservazioni “in punto di diritto” sulla lettera di Franco Debenedetti a proposito dell’art. 41, 138 e dintorni.
1) L’art. 41 non è di matrice “catto-comunista”. Le costituzioni di quel periodo contengono tutte norme simili. Temo che il mio amico Franco resterebbe inorridito leggendo l’art. 14 della Costituzione tedesca, tutt’ora vigente, che fu scritto sotto occupazione anglo-americana. Il fatto è che in quel periodo Keynes e Beveridge piacevano più di von Hayek. Legittimo pensarla diversamente, ma Dossetti e Togliatti (con il dovuto rispetto per queste due grandi figura) non c’entrano molto.

2) Da tempo la Corte Costituzionale ha dedotto dall’art. 139 (quello contro la monarchia) che vi sono principi supremi della Costituzione che non possono essere modificati né attraverso l’art. 138 né dall’Unione Europea, e nemmeno dal Concordato. La clausula sociale in materia economica fa parte di questi principi supremi? La Corte Costituzionale tedesca ha detto di sì, nella sua sentenza dell’anno scorso sul Trattato di Lisbona, con riferimento allo stato sociale. La nostra Corte italiana non si è ancora pronunciata al riguardo.

La risposta di Giuliano Ferrara
La Costituzione è repubblicana, per il resto si può innovare, sennò è faraonica.

ARTICOLI CORRELATI
Il bollino del “fine sociale”
di Franco Debenedetti – Il Foglio, 10 giugno 2010

→  giugno 10, 2010


Lettera al direttore del Foglio

Caro Direttore,

Affettuoso ammiratore della passione repubblicana di Rino Formica, osservo tuttavia che invocare l’art. 139 per sostenere l’immodificabilità della prima parte della Costituzione, richiede un’interpretazione molto restrittiva di “forma repubblicana”, fino a farla coincidere con “l’incontro tra solidarismo cattolico e organicismo visionario socialista e comunista”.

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→  giugno 1, 2010


da Peccati Capitali

Tutto si è svolto in un decimo di secondo, il tempo di alzare un braccio, di guardarsi attorno: è d’istinto che i tremila partecipanti all’assemblea pubblica di Confindustria, fatta eccezione per tre isolati, hanno detto no alla proposta avanzata da Silvio Berlusconi a Emma Marcegaglia di traslocare in Via Veneto a occupare la poltrona di Ministro delle Attività produttive.

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