Nelle privatizzazioni «il governo, ha scritto su «La Stampa» l’ex ministro dell’Industria Paolo Savona nella sua intervista alla Stampa, aveva deciso di valutare caso per caso quale dei tre obbiettivi (sviluppo, governabilità, diffusione dell’azionariato) dovesse essere privilegiato nell’interesse generale del Paese». Non sembra trattarsi di alternative diverse: il governo si legittima anche in ragione dello sviluppo che riesce, a promuovere, e la diffusione, dell’azionariato non è un bene in sé, ma solo se serve ad evitare intrecci di interessi che frenino lo sviluppo e vendichino il controllo. In realtà la vera scelta è tra il massimizzare i proventi per i venditori (l’Iri o il Tesoro) e il cogliere l’occasione delle privatizzazioni per ridisegnare la mappa delle attività imprenditoriali nel Paese: nel senso, si sperava, della modernizzazione e dell’allargamento.
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