→ settembre 18, 2003
Tv e giornali: il dibattito sulla legge Gasparri
Contro la legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni sono intervenuto in commissione, in aula, e sui media, individuando due principali, gravissimi errori: essersi inventato, per calcolare il tetto antitrust, un Settore Integrato delle Comunicazioni, coacervo di attività ammassate senza logica e senza valutazione economica; aver proposto una “privatizzazione” della RAI che è una presa in giro; aggravati dal fatto di avere addossato alla RAI i costi per l’introduzione del digitale terrestre che dovrebbe consentire a Mediaset di tenersi Rete4.
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→ luglio 17, 2003
Duopolio – Come si assicura l’integrità di Mediaset
Per trasformare l’attuale duopolio RAI-Mediaset in un mercato concorrenziale, ci sono due passaggi chiave: mettere in gioco la RAI privatizzandola; porre un limite alla quota di mercato di un singolo operatore. Su tutti e due il testo del Governo é ambiguo: sulla RAI, non dice la data in cui il Tesoro ne avrà ceduto il controllo; e del mercato di riferimento non fornisce né una definizione logica né una stima quantitativa.
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→ giugno 18, 2003
Lettera a La Repubblica
Caro Direttore,
l’opposizione è unita nel denunciare il progressivo controllo del Governo sulla Rai: l’ oligopolio televisivo assomiglia sempre più a un monopolio. C’è chi vi vede una minaccia allo sviluppo di un settore vitale per l’economia, chi un pericolo per il pluralismo, chi i prodromi di un regime. Gli accenti sono diversi, ma il problema e’ unico. E va risolto.
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→ giugno 1, 2003
Riforma dei media
Il sistema dei media – giornali, radio, televisioni – é di fondamentale importanza per un’economia moderna: assorbe una quota consistente e crescente dei consumi, una quantità considerevole di tempo dei cittadini; é contiguo ad un settore tecnologico tra i più dinamici. La concorrenza é il modo più efficiente per allocare le risorse: quindi il sistema dei media deve essere organizzato come un mercato concorrenziale.
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→ maggio 2, 2003
Il difficile equilibrio da trovare sul conflitto di interesse
Risolvere il problema del conflitto d’interessi, affrontandolo di petto con una legge, é impossibile: per il centrosinistra, obbligare Berlusconi a vendere le sue televisioni, sarebbe stato un suicidio politico; della legge che Berlusconi aveva promesso entro 100 giorni dalle elezioni, dopo due anni si son perse le tracce.
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→ dicembre 5, 2002
Bisogna pur capire perché, nonostante lo spettacolo messo in scena dalla RAI, protagonisti i suoi consiglieri, nonostante i tormentoni tra cui i CdA vengono partoriti, nonostante la – diciamo – singolarità di un intero sistema televisivo che ha un’unica persona come responsabile ultimo, nonostante la tassa per tenere in vita un’azienda che propone le stesse gambe, mezzibusti, clown e domatori che offre gratis il concorrente: bisogna pur capire perché, nonostante tutto questo, la RAI non viene privatizzata a furor di popolo.
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