Archivio per il Tag »Olocausto«
→ ottobre 20, 2013
di Giovanni Belardinelli
Colpisce e preoccupa l’assenza di opinioni critiche riguardo al disegno di legge che intende punire con la reclusione fino a tre anni chi si renda colpevole del reato di negazionismo. La legge, che ha sostanzialmente l’appoggio di tutte le forze politiche, non è stata ancora approvata dal Senato solo per una questione procedurale (la richiesta del M5S che a votarla sia l’Aula tutta e non soltanto la commissione giustizia in sede deliberante). Ma con pochissime eccezioni (il radicale Marco Pannella, la giornalista Fiamma Nirenstein) nessuno sembra attraversato da dubbi circa il suo carattere illiberale, che pure dovrebbe essere evidente dato che la nuova norma sanzionerebbe pur sempre delle opinioni. La storica debolezza della cultura liberale nel nostro Paese è testimoniata appunto dal fatto che tendiamo a ignorare come la libertà di opinione si misuri in primo luogo in relazione alle opinioni che non condividiamo e che troviamo anzi aberranti.
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→ ottobre 19, 2013
di Piero Ostellino
Per battere il negazionismo basta il buonsenso, non serve una legge
La bulimia legislativa del nostro Parlamento – figlia di una cultura «buonista», formalmente collettivista e sostanzialmente illiberale della classe politica – ha prodotto un’altra legge priva di senso. La Commissione giustizia del Senato ha licenziato un testo che prevede la condanna da uno a cinque anni «a chiunque nega l’esistenza di crimini di guerra o di genocidio contro l’umanità». Diciamola, allora, tutta: chi andasse in giro a negare quello che hanno fatto Pol Pot in Cambogia e Stalin in Urss, in nome di un’idea personale e criminale di egualitarismo; l’uccisione di preti, suore e di gente comune, da una parte e dall’altra, durante la guerra civile spagnola, passerebbe per matto.
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→ giugno 25, 2012
Affari&Finanza, pag. 1, 10
Caro Direttore,
“il popolo e le classi dirigenti tedesche non possono permettersi di sbattere fuori la Grecia ed è inutile ricordarne il perchè, stampato nella memoria del mondo intero a caratteri indelebili”, scrive Eugenio Scalfari nel suo editoriale della Domenica. Il perchè è stato sempre presenti nella memoria dei padri dell’Europa, da Jean Monnet, a Mitterrand e Kohl.
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→ agosto 3, 1996
Io, ebreo, incontro Priebke nella sua cella
Dalla finestrella dello spioncino vedo Erich Priebke di profilo. E’ seduto su uno sgabello e guarda la televisione. «Guten Abend, Herr Priebke, vorrei scambiare alcune parole con lei».
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