Recensione di Arnaldo Benini
Il 16 aprile scorso Enrico Bellone è morto poche settimane dopo l’uscita di Qualcosa, là fuori. Il libro, uno dei suoi migliori per rigore e interpretazione di dati sperimentali, è la conferma del suo approccio alle scienze naturali, in particolare alle neuroscienze, come riflessione essenziale dell’uomo su sé stesso. Esso è l’ultimo suo contributo alla liberazione della scienza dagli attacchi politici e metodologici delle filosofie idealistiche e pseudoheideggeriane, terrorizzate dal dominio della matematica e della scienza sul mondo, e dalle acrobazie speculative di tanta cosiddetta filosofia della scienza. Esse hanno fatto scrivere a Stephen Hawking che “la filosofia è morta, non avendo tenuto il passo degli sviluppi più recenti della scienza […]” Il significato della filosofia era per Bellone l’interpretazione umana della scienza.
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