di Morya Longo
C’è chi non ne vede i motivi, come il presidente della Vitale e Associati Guido Roberto Vitale: «L’ingresso della Cassa depositi e prestiti con una quota del 10% nel capitale di Parmalat sarebbe del tutto inutile: i francesi avranno sempre la maggioranza». C’è chi appare più possibilista, come il presidente dell’Abi e amministratore delegato del Montepaschi Giuseppe Mussari: «La Cassa è un soggetto a natura mista, per cui se ritiene utile investire in Parmalat fa bene a farlo». C’è chi ne vede i risvolti politici, come il numero uno di Antares private equity Stefano Romiti: «Se così fosse, francamente mi sembrerebbe una forzatura. Sarebbe una soluzione più politica che di mercato, credo che i soldi potrebbero essere destinati altrove». C’è chi, come il gestore di un hedge fund italiano che preferisce restare anonimo, si dichiara decisamente contrario: «La Cdp deve fare altro, un’operazione del genere è assurda».
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