Le morti sul lavoro hanno sempre in sé qualcosa di raccapricciante. Intanto per le circostanze tremende in cui sovente hanno luogo. Poi per la contraddizione tra l’esito funesto (perder la vita) e lo scopo che con il lavoro si vuole raggiungere (guadagnarsi da vivere). Infine perché, a differenza di quelle per malattie incurabili o per eventi naturali, queste morti non sono inevitabili . Ci ripugna “che la morte sul lavoro [sia] un’eventualità a cui nessuno può sfuggire” come scrive Maurizio Molinari su Repubblica: con 3 morti al giorno fra chi lavora, la “morte sul lavoro” diventa “la morte del lavoro”. Fino a smarrire, come scrive Ezio Mauro, “l’identità della cultura sociale europea, costruita nell’alleanza tra impiego, capitale, welfare e democrazia”. In questo senso ogni morte sul lavoro è un lutto per il paese . Per l’importanza dei valori che il disastro di Brandizzo mette in gioco, è necessario fare quel che si può di chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo disastro.
leggi il resto ›