Archivio per il Tag »mercato concorrenziale«
→ marzo 3, 2012
Per migliorare il rating non servono vincoli ma più concorrenza
L’ignoranza dei regolatori, ben più dell’azzardo morale del too big to fail, delle formule di remunerazione dei grandi banchieri, delle politiche permissive della Fed, è stata il fattore decisivo della crisi del subprime: ignoranza dei regolatori finanziari, che usarono i rating come determinanti dei requisiti di capitale delle banche; ignoranza dei regolatori contabili, che obbligando ad applicare il principio del mark to market, fecero precipitare la crisi finanziaria in una tremenda recessione.
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→ giugno 5, 2001
Creare un mercato concorrenziale che contrasti il conflitto di interessi nel settore televisivo è il titolo di un disegno di legge che ho presentato la mattina del primo giorno della nuova legislatura. Infatti, con la vittoria della Casa delle libertà, il problema del rapporto tra potere politico e potere mediatico da un’ipotesi da discutere diventa un problema da affrontare. C’è largo consenso, anche nella nuova maggioranza, che la separazione tra questi due poteri sia funzionale al buon funzionamento delle istituzioni, al rapporto di fiducia tra queste e i cittadini, che è radice viva di democrazia. A chiedere di risolvere il problema del conflitto di interessi non è solo l’opposizione, ma anche autorevoli commentatori politici indipendenti; la stessa maggioranza dichiara di voler prendere iniziative in tal senso.
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→ gennaio 25, 2001
Quando un dito è puntato alla luna, lo sciocco vede il dito e il saggio la luna, dice il proverbio; e viene da invocarlo leggendo alcuni commenti apparsi sulla stampa italiana a proposito della privatizzazione dell’energia elettrica in California. Nel disastro che ha colpito la regione del mondo simbolo di ricchezza e di tecnologia. alcuni hanno visto la conferma dei guai a cui si andrebbe incontro quando ci si affida alla rapacità dei privati anziché alla lungimiranza dell’operatore pubblico. In loro è scattato il cortocircuito mentale tra privatizzazioni e fallimento. E così hanno finito di far la parte di quelli che guardano il dito.
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