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→  ottobre 1, 2019


Il Pd disinteressato a bloccare l’entrata in vigore della riforma e Renzi dà ragione a Bonafede. Molto male.

Al Direttore.
“La prescrizione, diceva sabato Giorgio Armillei al convegno di LibertàEguale, garantisce la non punibilità solo quando la punizione non è più manifestazione del potere dello Stato di usare la forza per sanzionare i comportamenti incriminati, ma rappresenta l’autorità arbitraria e cieca che annienta l’individuo a proprio piacimento” E’ questione di legalità costituzionale: sono in gioco diritti dell’individuo, non scambiabili con la durata del processo, che è un fatto di efficienza dell’amministrazione. Che bloccare l’entrata in vigore delle disposizioni sulla prescrizione non sia tra le richieste non negoziabili della sinistra, è grave. Che non ne faccia parola Matteo Renzi nella lunghissima intervista, arrivando anzi a dire di essere più d’accordo con Bonafede che con Orlando, ha dell’incredibile. Infatti, per molti di noi, l’uscita di ItaliaViva del PD è in linea di continuità con il rifiuto di Renzi di portare il PD al tavolo delle trattative con il M5S: dopo le elezioni, prima delle prove date dal governo gialloverde, il PD si sarebbe perso. E oggi risponde alla necessità politica di evitare che l’eccessiva cedevolezza del PD dimostrata nella fase di formazione del governo abbia a proseguire. L’impegno a bloccare la legge sulla prescrizione è l’occasione di dimostrare che non ci siamo sbagliati.

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→  giugno 23, 2018


Al Direttore.

Leggo la preoccupazione, di Pomicino e sua, per la “politica svuotata”, e mi prende il terrore retrospettivo per quello che sarebbe potuto succedere se fosse successo quello che in tanti auspicavano, prima che Renzi perentoriamente chiudesse ogni prospettiva di alleanza con il M5s. Sicuri che il PD sarebbe riuscito a riempire il vuoto della politica, “il cambiamento che rischia di mutare il profilo della nostra Repubblica, avvelenando i pozzi della democrazia”, e non l’avrebbe invece tacitamente legittimato, finendo per lasciarlo riempirsi “nel migliore dei casi dai mandarini, nel peggio dai poteri loschi”? Mi piacerebbe pensare che sia stata la nostra Dunkerque.

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→  febbraio 1, 2018


Le campagne elettorali, di solito, non godono di buona stampa. Quella in corso, però, qualche merito l’ha pur avuto: in tema Europa, i toni di chi proclamava o di voler uscire dall’euro o di volerne sfidare le regole, si sono attutiti; e in tema di promesse elettorali, è tutta una corsa a dimostrarne la sostenibilità.  Se da un lato alcune idee – che l’uscita dall’euro sarebbe uno schianto, e che le riforme senza “coperture” sarebbero un’agonia – sembrano diventate opinioni acquisite, dall’altro ci sono equivoci che continuano a circolare nei discorsi pre-elettorali.

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→  luglio 25, 2017


“Aver privatizzato le rete” telefonica è stato un errore: è davvero questa la posizione del Governo, come afferma il sottosegretario Antonello Giacomelli? E, in questo caso, che cosa intende fare? Proporre la costituzione di una commissione d’inchiesta? A rispondere di tale errore, non potendo chiamare l’allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, chiamerà a giustificarsi l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi? L’attuale premier sta gestendo situazioni complicate su molti fronti, interni ed esteri, non credo che desideri perdere tempo a riscrivere i libri di storia. Ci permettiamo, rispettosamente, di suggerirgli non già una smentita ufficiale, che sarebbe troppo onore, ma un personale invito al sottosegretario a non impegnare la posizione del governo su argomenti che appartengono, al massimo, a dibattiti e convegni di reduci.

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→  luglio 21, 2017


Il problema non sono i leader, ma il bagaglio (culturale, politico ed economico) del popolo della sinistra

È un vero peccato che su You Tube il video del discorso di Massimo D’Alema al 2° Congresso del PDS del febbraio 1997 al Palaeur di Roma risulti “bloccato dall’autore per motivi di copyright”. Peccato perché ricordo l’effetto che mi fece, diciamo pure l’entusiasmo che provai: e mi sarebbe piaciuto risentirlo dopo questi vent’anni. Mi sarebbe piaciuto paragonare le emozioni di allora con quelle provate a qualche Leopolda, e verificare se è vero quello che sovente mi vien di pensare: che il D’Alema di allora era il Renzi di adesso.

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→  maggio 9, 2017


Nella crisi Alitalia si è verificata una marcata discontinuità, che è importante rilevare per le conseguenze che avrà sul modo in cui essa verrà gestita.

Prima del referendum tra i dipendenti Alitalia del 24 Aprile, il presidente Gentiloni era stato esplicito: “non ci sono alternative, dovete votare sì al referendum”, li aveva ammoniti. Appena se ne conoscono i risultati, i ministri sono unanimi nell’esprimere rammarico e sconcerto. Ma è chiara la posizione: agli azionisti decidere che cosa fare, al governo ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori.

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