Gli attacchi radicali al capitalismo – dice Franco Debenedetti – sono ciclici come le sue crisi. E oggi circolano in stile “contenuti virali”.
L’imprenditore e saggista, che dell’elogio dell’economia del mercato ha fatto una ragione di vita, dedica quindi questo libro alla difesa delle imprese finanziarie. E lo fa prendendo ile mosse da uno dei “manifesti” intellettuali di quello che sarebbe diventato neoliberismo. Ovvero il famoso articolo di Milton Friedman, uscito nel 1970 sul New York Times Magazine, nel quale asseriva “l’unica vera responsabilità delle imprese è fare profitti”.
La spinta propulsiva della “società per azioni” come motore di innovazione, cui si devono alcuni momenti centrali di quella cosa che chiamiamo modernità, rimane intatta. Così, l’autore analizza le mutazioni del modello capitalistico e dell’impresa all’indomani della rivoluzione digitale, e nel contesto globalizzato ridefinito dall’economia immateriale. Mostrando come le problematiche di questa fase – dalla tendenza verso il monopolio delle corporation high-tech alle diseguaglianze – non siano “colpa” del mercato, che si fonda sulla concorrenza e l’apertura al nuovo. Ma, in democrazia, debbano essere affrontate e risolte dalla politica e dalla rule of law.