di Marco Mele
Tempi stretti per l’asta ma restano da liberare i canali occupati dalle tv locali
Le frequenze, all’improvviso. Lo Stato italiano, dopo aver lasciato per decenni l’etere televisivo – risorsa pubblica e scarsa – all’utilizzo dei privati, ora ne mette una parte in gara tra le compagnie telefoniche. Più che l’amor – per le tv, soprattutto in tempo di elezioni – potè il digiuno (di risorse). Tempi rapidi: secondo l’emendamento del Governo alla legge Finanziaria in discussione alla Camera, entro settembre 2011 gli introiti della gara dovranno entrare in bilancio.
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