→ giugno 15, 2014
È “giocoforza riconoscere che la strada finora seguita è del tutto sbagliata” scrive Luciano Gallino (Rpubblica, 11 giugno): pagando gli interessi sul debito – 81 miliardi nel 2013, 86 nel 2014, 104 nel 2016 – lo Stato viene meno all’impegno di restituire ai cittadini le risorse che da loro riceve, e così alimenta la disoccupazione.
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→ marzo 17, 1999
Se si limitasse a lamentare che il risanamento della finanza pubblica non è stato accompagnato da politiche di sviluppo, Luciano Gallino (Meno Stato non vuol dire cedere ai privati i panettoni, La Stampa del 15 marzo) sarebbe in buona compagnia: Fazio e Duisenberg, Monti e Romiti, per citarne alcuni. Gli obiettivi che egli indica, «salvaguardia degli interessi nazionali, della propria capacità competitiva e delle proprie forze lavoro», si sono prestati a varie interpretazioni, non tutte fortunate. Perché non ci siano dubbi su che cosa intende, il professor Gallino porta degli esempi: ed è li che l’attenzione si impenna. Ma come? Credevamo di sapere che Internet è il frutto spontaneo della libertà, che per difenderla dai regolatori i suoi adepti sono pronti a una guerra santa; che perfino l’intervento dell’antitrust contro lo strapotere di Microsoft è temuto come un’interferenza sul libero mercato; che Silicon Valley è uno straordinario esempio di ricerca finanziata dal mercato. Qual è mai l’agenzia che ha reso possibile la conquista «del dominio assoluto nel campo delle tecnologie infotelematiche»?
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