→ maggio 12, 2010
di Giuseppe Turani
Gli ultimi giorni della Fiat sono già cominciati. Non nel senso che la Fiat si appresti a chiudere i battenti. Ma nel senso che la casa torinese sta per diventare un’altra cosa, molto diversa da quella che abbiamo conosciuto fino a oggi e che in parte pensiamo ancora che sia. Dire che cosa era la Fiat non è difficile. È stata, a partire dal nome – Fabbrica Italiana Automobili Torino – sinonimo dell’industra in Italia. La più grande azienda, e anche quella che ha esercitato il maggior potere sui nostri destini e sul nostro modo di vivere. Dire che cosa dovrebbe diventare è altrettanto facile. La Fiat dovrebbe trasformarsi in un’azienda mondiale dell’auto, con un azionariato diffuso a livello planetario. E quindi se ne deve andare dall’Italia.
→ maggio 11, 2010
di Gianluigi Beccaria
Dove va la lingua italiana.
“Che lingua fa”, dove sta andando l’italiano? Come si parla, come si scrive? Si governa male la sintassi, si fanno errori marchiani di ortografia. Il mare della nostra ricca, duttile, stratificata, bellissima lingua, si dissecca spesso nelle strettoie di rigagnoli magri. Nello stesso tempo molti settori stanno imboccando le vie opposte dell’enfasi, dove un italiano ipereccitato strafa e stradice. Anche la stessa “fonografia realistica” che riscontriamo nella narrativa, nei nostri romanzi che simulano tutti allo stesso modo il parlato, comincia a mostrarsi eccessiva. Meglio potare il troppo e lo spreco, riuscire a “far passare il mare in un imbuto”, diceva Calvino, fissare un onesto numero di mezzi espressivi e con quelli cercare di dire qualcosa di meno generico, più ricco e complesso.
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→ aprile 18, 2010
dalla Domenica del Sole 24 Ore
Scelte strategiche
«Parola di Marchionne» di Riccardo Ruggeri analizza le criticità dell’intesa con Chrysler e considera l’emotività delle funzioni aziendali.
Chi trova i libri sui – per non parlare di quelli dei – protagonisti industriali o pettegoli o noiosi, non si lasci ingannare dal titolo: “Parola di Marchionne”, di Riccardo Ruggeri, prefazione di Massimo Mucchetti, non è un libro su un capitano d’azienda, ma la storia di un investimento.
Entrato in Fiat come operaio e uscitone dopo 40 anni membro del comitato direttivo di Fiat Holding, per aver risanato e rilanciato New Holland, azienda leader nelle macchine movimento terra e trattori, Ruggeri vive ora una seconda vita da imprenditore di successo nella moda e nelle assicurazioni. Il 31 Marzo 2009, vede Barack Obama benedire l’accordo Fiat Chrysler dal giardino delle rose alla Casa Bianca, considera che per la prima volta ci sono titoli che hanno come collateral non la parola, ma la faccia del Presidente degli Stati Uniti: e compera azioni Fiat e Exor. Per ogni investitore, il problema nasce il giorno dopo: quando uscire? Ruggeri si mette quindi ad analizzare le criticità del progetto Marchionne.
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→ gennaio 26, 2010
Riflessioni sul vino e sul rapporto con il vino esposte da esponenti del mondo eonomico , imprenditoriale e dell’informazione che, oltre ad avere conseguito risultati di eccellenza nel proprio ambito professionale, avessero trovato nella passione per il vino una nuova e diversa dimensione.
Scritti di Pier Carlo Padoan, Vittorio Grilli.ecc. Franco Debenedetti, suscitati e raccolti da Nicola Rossi, per il Consorzio per la Tutela del vino doc Rosso Canosa.
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→ gennaio 17, 2010
Come cambia la sfida cinese:
dal prodotto alle persone
di Marco Carone e Giorgio Secchi
FrancoAngeli Editore, 2010
pp. 216
La riforma del mercato del lavoro, cioè delle tradizioni e delle istituzioni determinano le modalità con cui il lavoro viene prestato, è la grande assente nell’agenda delle riforme che si auspica che vengano introdotte nell’economia cinese. Lo era prima della Grande Crisi Finanziaria del 2008, quando il pericolo sembrava essere quello di una crisi monetaria dovuta al debito estero degli USA e, per scongiurarlo, si indicava la necessità di introdurre riforme nell’economia cinese, volte ad aumentare consumi interni. Al centro dell’attenzione erano le istituzioni del welfare: tutele dei lavoratori cinesi avrebbero ridotto la necessità di risparmiare per coprirsi dai rischi di malattie e vecchiaia, e quindi avrebbero consentito di consumare di più.
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→ dicembre 13, 2009
La fiducia nella società manca perché ci si rifugia nelle mura domestiche o viceversa? Un nodo che la politica non scioglie
«Cucine linde e cartacce per strada», università ovunque e figli fuori corso a casa fino a 35 anni. L’analisi di Alberto Alesina e Andrea Ichino sui valori che fanno perdere terreno all’Italia.
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