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→  agosto 17, 1995


Le privatizzazioni di Enel e Stet slitteranno all’anno prossimo e il governo è costretto a presentare, come improvvisate sostituzioni alternative che a suo tempo da più parti erano state suggerite. Ciò riconosciuto, una stranezza colpisce tuttavia nel gran dibattito sulle privatizzazioni: ogni battuta di arresto viene enfatizzata, mentre l’importanza delle indicazioni in senso favorevole viene sminuita.

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→  giugno 29, 1995


Sul tema privatizzazioni-liberalizzazioni, Enel, Stet, Authority abbiamo da un lato un’imponente mole di contributi, di proposte, tecniche e politiche, dall’altro un governo che continua imperterrito per la sua strada: le aziende di pubblica utilità devono essere privatizzate così come sono, la liberalizzazione dei relativi servizi è problema cui altri dovranno provvedere. Col che si pone un serio problema alla maggioranza che sostiene il governo Dini: essa sostiene sì la politica di bilancio, di cui le privatizzazioni sono parte fondamentale; ma la stessa maggioranza si è espressa in modo non equivocabile in favore di una liberalizzazione che proceda almeno contestualmente alle privatizzazioni (ad esempio con la mozione Salvi del 16 Marzo).

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→  giugno 3, 1995


Gli articoli che scrivo in favore della liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità, telefono in primo luogo, avrebbero l’efficacia di «cannonate» («Orsi & Tori» del 27 maggio). Ringrazio del riconoscimento: sarei particolarmente lieto se anche MF volesse riportare i miei argomenti, aggiungendosi in tal modo ai principali giornali nazionali, che li hanno trovati interessanti, sì da ospitarli, come lei dice, senza fare «passare giorno».

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→  maggio 30, 1995


Nel 1998 anche il servizio telefonico di base dovrà essere liberalizzato.
Questo, dettato dall’ITE, è l’unico punto fermo sul futuro del sistema delle TLC in Italia. Tutto il resto è incertezza. Questa incertezza nuoce al paese: dissiparla è perfino più impor­tante che decidere sulle modalità di privatizzazione della Stet. Due anni e mezzo ci separano dalla scadenza del 1998: pochi se rapportati ai tempi di implementazione dei dispositivi di legge e di realizzazione delle infra­strutture, tanti invece per chi aspetta migliori servizi a minor prezzo. Come si vuole impiegare questo tempo? Attendendo passivamente oppure facendo sì che la scadenza decisa dall’UE trovi un mercato pronto a recepirne i dettami?

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→  maggio 30, 1995


I servizi di pubblica uti­lità sono la spina dorsa­le dell’economia di un paese; farli funzionare con efficienza ed economia è una delle cose che un cittadino pretende dai suoi gover­nanti. In tutto il mondo si ricono­sce che i governi assolvono meglio a questo compito affidan­done l’esecuzione all’iniziativa privata in regime di concorrenza, limitandosi a stabilirne le regole ed a controllarne l’osservanza. Per questo, la massima parte del mio tempo da parlamentare viene dedicata a questo tema, che riguarda tutti direttamente, ed in cui mi è di aiuto l’esperienza pro­fessionale accumulata in tanti anni. Di tutti i servizi di pubblica utilità le telecomunicazioni sono i più interessanti, quelli dove l’in­novazione è più vivace, quelli da cui più dipende il nostro futuro, di cittadini e di imprenditori.

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→  maggio 20, 1995


Intervista di Daniele Manca

Allora, finalmente i consumatori, gli utenti, i cittadini possono brindare all’arrivo della concorrenza anche nel settore delle telecomunicazioni?
«Non ne sarei così convinto», dice Franco Debenedetti, senatore fra i più attenti alle tematiche della competizione soprattutto nel campo delle nuove tecnologie.

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