→ agosto 5, 1999
Diabolici, quelli di liberal. Ci siamo cascati tutti e due: io che ho scritto la letterina a Giulio Anselmi, nuovo direttore dell’Espresso; e Giampaolo Pansa che mi ha risposto con una violenta polemica sul sito Internet del settimanale. La trappola è scattata e liberal ha così potuto raccogliere le reazioni autentiche del numero due del settimanale di Via Po.
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→ luglio 15, 1999
L’Economist quasi sempre, liberal qualche volta, gli altri quasi mai. Questa la mia personale consuetudine di lettura dei settimanali. E dunque quanto segue è influenzato da questa premessa: che del resto i direttori dei settimanali conoscono bene, visto che si tratta di uno strumento editoriale che più di tutti gli altri ha pagato un duro prezzo all’affermarsi della televisione, privo com’è rimasto della capacità sia di produrre notizie – vista la contrazione frenetica dei tempi avvenuta negli ultimi anni – che di aspirare approfondimenti esclusivi, prima che sia schermo a farlo.
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→ aprile 29, 1999
Caro lettore, per il Quirinale io sono un elettore. E a conti fatti non è il caso di invidiarmi. Mi sono rifiutato a tutte le iniziative volte a sostenere candidati.
Un conto è che chi ambisce alla più alta carica della Repubblica renda nota la sua disponibilità, rendendo il confronto più trasparente ai cittadini. Sarebbe auspicabile, anche se con ogni
probabilità non avverrà: finché le regole sono queste, candidarsi significa «bruciarsi».
Altro conto è che i cittadini promuovano iniziative per sostenere questo o quel nome, «segnalandolo» dall’esterno ai grandi elettori.
Tutt’altro conto è che a farlo siano i parlamentari e i delegati regionali. Personalmente credo di dover conservare la libertà di usare del diritto che gli elettori mi hanno conferito a seconda di come si svolgerà il processo di votazione.
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→ gennaio 7, 1999
In Italia molti hanno accusato il governatore Fazio di essere alla testa del partito euro-scettico. In Germania, nel corso di tutta la campagna elettorale Schröder si è conquistato sul campo il titolo di eurofobo. Perché Kohl era troppo eurofilo, si diceva, anzi perché era il padre della moneta unica come condizione perché la riunificazione tedesca non inquietasse i partner europei. Ora che Schröder siede alla cancelleria tedesca è più che legittimo, oltre che curioso, fare un paragone a distanza tra la sua Germania e l’Italia in nome della quale ammoniva il governatore. Chi è il vero eurofobo? Uno solo, nessuno o tutti e due?
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→ dicembre 17, 1998
Torino è la sede dell’unica grande industria rimasta nel nostro Paese. Può sembrare paradossale, invece partire da questa considerazione non lo è affatto. In Italia c’è una grande industria di servizi, Telecom, ci sono grandi banche e assicurazioni, c’è una grande industria nel settore petrolifero, l’Eni, ma se intendiamo industria nella sua accezione originaria di impresa manifatturiera, alla fine del nostro secolo – e al compimento dei suoi cent’anni, l’anno prossimo – resta solo la Fiat e Torino ha il privilegio di essere la sede di questa singolarità.
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→ ottobre 29, 1998
Processato in contumacia a Pinocchio la scorsa settimana, quando questo numero di Liberal andrà in edicola, Rossignolo conoscerà la sentenza: o sarà rimosso o gli sarà affiancato un amministratore delegato “ molto capace” e provvisto di deleghe per dimostrarlo?
A cavalcare la crisi prodotta dalla “gaffe” della fuga di notizie e dalla conseguente caduta delle quotazioni si sono messi in tanti, non tutti disinteressati: c’è chi agita i piccoli azionisti e spera di farsi così un posto nel consiglio di amministrazione, chi protegge i privilegi acquisiti negli anni del monopolio, chi ce l’ha coi poteri forti a cui Telecom sarebbe stata “regalata”.
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