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→  marzo 3, 2023


Al direttore.
Se sull’invio di armi all’Ucraina la Schlein dovesse prendere un’ambigua posizione malpacifista, allora sarebbe Schluss. Con lei di certo, ma anche con il Pd e mezzo secolo della sua storia.

→  gennaio 28, 2023


Caro Direttore,

che peso sul cuore oggi. I milioni di sofferenze atroci, una per una, giorno dopo giorno, ora dopo ora. E il debito contratto per averle, grazie alla fortuità del caso, scampata. I criminali di Auschwitz, i pazzi del Wannsee non sono nati dal nulla: nel giorno del ricordo rileggiamo Poliakoff.

→  aprile 28, 2022


Al direttore.

Bucha resterà il fatto più emblematico della Guerra di Ucraina. Non per le efferatezze delle truppe russe, non per i cadaveri lasciati per strada, le mani legate dietro la schiena, non per la precisione con cui è stata documentata: ma per la sfacciata negazione della verità, per cui si tratterebbe di una messa in scena, un “set cinematografico” montato dalla propaganda ucraina. Putin aveva creduto che a riscrivere la storia bastasse onorare con la medaglia al valore gli “eroi” di quella carneficina: dovrà trasformarla in un premio allo sceneggiatore.

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→  marzo 7, 2022


Il nome del leggendario capo della resistenza antirussa nel Caucaso

Caro Aldo,Shamil avevano chiamato i miei bisnonni il loro primo figlio, come il leggendario capo della resistenza antirussa nella guerra del Caucaso dell’800: i russi si impadronivano di fortezze e città, ma lui riusciva sempre a sfuggire. In Occidente era diventato il romantico combattente che lotta per l’indipendenza delle nazioni e la libertà dei popoli: dunque Shamil, nomen omen.
Oggi che sono gli ucraini le vittime dei russi, Zelensky sarebbe un nome ingombrante per un neonato, ma qualche coraggioso Shamil verrà certo fuori in questa tragedia.

→  marzo 4, 2022


L’avevano chiamato Shamil il loro primo figlio (che sarebbe poi stato mio nonno materno). Shamil, come il leggendario capo della resistenza antirussa nella guerra del Caucaso dal 1834 al 1859, che era morto l’anno prima, nel 1870. Stabilito uno stato indipendente nel Daghestan, Shamil organizzò e rafforzò le forze cecene e daghestane e le guidò in imponenti incursioni contro le posizioni russe. La spedizione organizzata dai russi nel 1838 non riuscì a catturarlo, e così neppure quelle successive: si impadronivano di fortezze e città, ma Shamil riusciva sempre a sfuggirgli. Tra la sua gente era diventato una leggenda, e anche in occidente era visto come un romantico combattente per la libertà, una sorta di alleato di Francia e Inghilterra, e quindi dei nostri bersaglieri, nella guerra di Crimea.

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→  febbraio 22, 2022


Al direttore.
Hanno dichiarato non ammissibile l’omicidio del consenziente. E quello dell’implorante?