Archivio per il Tag »Lactalis«
→ maggio 15, 2012
dalla rubrica Peccati Capitali
L’on. Carmen Motta interroga il Governo “sull’utilizzo del miliardo e mezzo di liquidità accumulato dalla gestione commissariale di Parmalat e sul nuovo piano industriale del gruppo Lactalis”. Il Ministero dello Sviluppo si muove per organizzare un tavolo con sindacati e azionisti, vuol capire i progetti di sviluppo della famiglia Besnier per l’azienda di Collecchio. «Eravamo sul punto di diventare una colonia» è la frase di Mario Monti, con cui un blog suggella la vicenda.
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→ aprile 28, 2011
di Lina Palmerini
L’Opa Lactalis non azzera la strategia di Giulio Tremonti messa sul tappeto – politicamente – soprattutto dalle parole del premier su Parmalat. Quella difesa a un’Opa «non ostile» e alle regole del mercato ha messo in allarme non solo il ministro dell’Economia ma il suo potente alleato leghista sul fatto che adesso – fallita la difesa dell’italianità a Collecchio – possa saltare il decreto sul fondo presso la Cassa depositi e prestiti a sostegno delle imprese italiane nei settori strategici. È quella la frontiera su cui adesso si batterà il Carroccio portandosi anche un pezzo di Pdl vicino all’idea tremontiana.
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→ aprile 28, 2011
di Morya Longo
C’è chi non ne vede i motivi, come il presidente della Vitale e Associati Guido Roberto Vitale: «L’ingresso della Cassa depositi e prestiti con una quota del 10% nel capitale di Parmalat sarebbe del tutto inutile: i francesi avranno sempre la maggioranza». C’è chi appare più possibilista, come il presidente dell’Abi e amministratore delegato del Montepaschi Giuseppe Mussari: «La Cassa è un soggetto a natura mista, per cui se ritiene utile investire in Parmalat fa bene a farlo». C’è chi ne vede i risvolti politici, come il numero uno di Antares private equity Stefano Romiti: «Se così fosse, francamente mi sembrerebbe una forzatura. Sarebbe una soluzione più politica che di mercato, credo che i soldi potrebbero essere destinati altrove». C’è chi, come il gestore di un hedge fund italiano che preferisce restare anonimo, si dichiara decisamente contrario: «La Cdp deve fare altro, un’operazione del genere è assurda».
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→ aprile 28, 2011
di Paolo Bricco
Ai francesi i brevetti e i segreti industriali del gruppo di Parma
Mani francesi sulle tecnologie italiane.
In caso di successo dell’Opa, Lactalis controllerà un’azienda ristrutturata dalle fondamenta da Enrico Bondi, con un ciclo di investimenti ultimato e un mix di segreti industriali e di brevetti depositati che la rendono un boccone prelibato. Molto prelibato. Più di quanto non sembri a un occhio superficiale, che si fermi alla natura di commodity del latte e che associ una scarsa forza innovativa all’agroalimentare.
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→ aprile 27, 2011
E adesso, come si giustificheranno quelli che si sono tanto accaniti contro Lactalis? Che quella dei Besnier, degli oscuri Besnier, fosse, dal punto di vista industriale, la migliore soluzione sul tappeto, era chiaro: il gruppo è presente in Italia da anni, con aziende che fatturano oltre un terzo più di Parmalat in Italia, occupano il 50% di addetti in più, comperano latte italiano in misura superiore (60% contro il 50%). Il problema di Parmalat è di avere un margine troppo basso, perché la percentuale di latte ad alto valore aggiunto sul totale è poco più del 10%, mentre Lactalis l’ha portata al 40% in Francia e addirittura all’80% in Spagna.
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→ marzo 24, 2011
Il clamoroso errore di chi sogna l’arrivo di una cordata italiana per risolvere il caso Parmalat.
Perché, nella vicenda Parmalat, ce la si prende con Lactalis, mentre è la migliore delle soluzioni? Naturalmente di quelle che sono oggi sul tavolo, non di quelle che ci sarebbero potute essere se il signor Tanzi avesse ambito a essere leukos anziché kallistos e finire bancarottiere, se il signor Bondi avesse convinto gli azionisti a supportarlo in piani di sviluppo, se uno dei tanti signori Brambilla avesse deciso di farlo al suo posto, comperandosi l’azienda. Come sappiamo, non è questo il film che stiamo vedendo. In altri mercati, o per buona pratica o per necessità, chi vuole prendere il controllo di una società lancia un’opa, col che tutti gli azionisti possono lucrare il premio di maggioranza: ma non siamo molto credibili se vogliamo sceneggiare quel film nel nostro mercato.
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